In principio
fu Celentano. A seguire in tempi più recenti Luciano
Ligabue e Franco Battiato, tanto per rimanere nei confini
italici. Questi i musicisti che si sono dedicati alla regia
cinematografica prima di Federico Zampaglione, leader del
gruppo Tiromancino, che debutta alla regia cinematografica,
dopo averne saggiato le qualità alla direzione di alcuni
videoclip del gruppo, con una commedia nera sui vizi privati
e pubbliche virtù di quella strana specie animale che
è l’italiano.
Un approdo cinematografico forse accelerato dall’attuale
compagna del musicista/regista Claudia Gerini, ma a detta
del diretto interessato naturale sviluppo della sua carriera
di artista.
Marina (Claudia Gerini) e Vittorio (Luca Lionello) vogliono
dare una svolta alla loro vita comprando una villetta bi-familiare
in un elegante comprensorio, “Valle Serena”. Marina
è raggiante, le rose crescono nel giardino, la cameretta
dei bambini è pronta, Vittorio vuole lasciare il lavoro
di assicuratore, al quale affianca piccole truffe con la complicità
del dottor Salini, per lanciarsi in una promettente attività
multimediale. Accanto a loro ruotano Carmine (Ernesto Mahieux),
portiere appassionato di fumetti erotici, Slatko (Emilio De
Marchi) e Bruna (Anna Marcello), i misteriosi vicini, ma anche
Carlo Nobili (Max Giusti), l'amico ricco e di successo, e
la mamma protettiva e ansiosa di Marina (Cinzia Leone). Qualcosa
però minaccia il loro perfetto idillio: la misteriosa
coppia di vicini di casa.
I due mondi si frappongono ma allo stesso tempo anche la curiosità
e la bramosia si insinuano nei rapporti: la prorompente sessualità
di Bruna irrompe nei desideri di Vittorio, mentre Slatko guarda
con curiosità Marina, il suo mondo, la sua musica diversa.
Attraverso l’arma tagliente della commedia, temi come
la convivenza, il rispetto reciproco, l’apparenza che
condiziona la nostra “visione” degli altri e del
mondo vengono sbeffeggiati, ridicolizzati in un crescendo
quasi wagneriano con i toni scuri e profondi del thriller
che si innestano in quelli caldi, visi, pastosi della commedia.
Il risultato è un’opera prima a tratti divertente,
discontinua, ben caratterizzata da personaggi di contorno
che creano il “clima” della pellicola e su cui
agiscono i due protagonisti Luca Lionello, finalmente in un
ruolo da protagonista dopo tante presenza in ruoli di spalla
– lo ricordiamo come un sofferto Giuda ne La passione
di Mel Gibson – e Claudia Gerini anche lei reduce da
quel medesimo set che si butta nel progetto del compagno con
viva partecipazione non solo dal punto di vista attoriale,
ma anche come autrice di un paio di testi della colonna sonora
nonché voce in Nina de luna, brano che fa da sfondo
ad un divertente e divertito streap-tease.
Il film è imperfetto, discontinuo, ma da sottolineare
il tentativo di ripercorrere la strada di un cinema di genere
sposandolo con tematiche sociali drammaticamente attuali come
la cronaca di questi giorni ci racconta.
Se il cinema italiano vuole riaffermarsi come industria, ha
necessità di prodotti di questo genere, da guardare
con un pizzico di benevolenza evidenziando i pregi, recitativi
e di scrittura, che il film porta in se. [fabio
melandri]
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