Coincidenze, frasi ricorrenti, frammenti di dialogo. E poi: generazioni che si susseguono in un andirivieni apparentemente confuso; una zuppa di pesce “perpetua”; una pioggia, incessante, che continua a cadere. “When the rain stops falling. Quando la pioggia finirà” di Andrew Bovell con la regia di Lisa Ferlazzo Natoli è un’intricata stratificazione di tempo, luogo e sentimenti. Azioni e reazioni si dilatano geograficamente tra Londra e l’Australia e, temporalmente, tra il 1959 e il 2039. Il tutto sul medesimo palco, sulla stessa scena e attorno allo stesso lungo tavolo di ferro che raccoglie via via i 9 protagonisti di questa saga generazionale delle famiglie Law e York, qui interpretati da un ensemble di attori tutti ugualmente intensi e generosi soprattutto nel dare, da subito, una rara sensazione di equilibrio e coralità.
Attraverso le generazioni, infatti, la zuppa di pesce viene preparata e servita. Attraverso le generazioni, i personaggi ironizzano sul tempo (“C’è gente che annega in Bangladesh”). Attraverso le generazioni, la comunicazione tra bambini e genitori è ostacolata dai segreti del passato.
Una trama che gioca col tempo, quella di Bovell che si diverte a portare il lettore, così come fa l’attenta regia della Natoli, su un carosello impazzito che narra dal futuro al passato passando per il presente per poi ricominciare, alternando, senza soluzione di continuità, ciò che sarà a ciò che ormai non c’è più a ciò che, forse, sarebbe potuto essere. Un gioco per certi versi straniante, ma anche terribilmente affascinante che porta a lasciarsi travolgere da questa giostra di “mentre” che si ripete come un mantra nelle didascalie rese dalla voce narrante della stessa regista.
Su tutto aleggia il senso di perdita e di solitudine quando i padri scompaiono e le madri scelgono di rinchiudersi nel loro mondo evidenziando la difficoltà delle relazioni famigliari che portano a pensare che, comunque, le colpe dei padri sono in qualche modo destinate a ricadere sui figli. E dunque, in generale, che il passato possa in qualche modo plasmare e, in certi casi, divorare il futuro in un cerchio in cui i personaggi si passano il testimone, consegnandolo alla fine proprio agli spettatori che, inevitabilmente, restano avvolti da questa pioggia senza fine. Una pioggia “di teatro” che bagna senza inzuppare, aprendo la mente alla domanda e invitando alla riflessione. E che riesce, oltretutto, anche a emozionare.
Titolo | When the rain stops falling |
Autore | Andrew Bovell con la traduzione di Margherita Mauro |
Regia | Lisa Ferlazzo Natoli |
Scene | Carlo Sala |
Costumi | Gianluca Falaschi |
Suono | Alessandro Ferroni |
Luci | Luigi Biondi |
Interpreti | Caterina Carpio, Marco Cavalcoli, Lorenzo Frediani, Tania Garribba, Fortunato Leccese, Anna Mallamaci, Emiliano Masala, Camilla Semino Favro, Francesco Villano |
Durata | 115' |
Produzione | Emilia Romagna Teatro Fondazione, Teatro di Roma, Fondazione Teatro Due con il sostegno di Ambasciata di Australia e Qantas |
Applausi del pubblico | Fragorosi |
In scena | al Teatro Argentina di Roma fino al 3 marzo 2019 |
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