«Ci sono cose che ricordiamo anche se magari non sono mai accadute. Ma, proprio perché le ricordiamo, sono accadute». Kate e Anna sono state carine, giovani e squattrinate in una Londra mondana e un po’ bohémienne: legate da un rapporto di amicizia intimo e misterioso. A distanza di vent’anni si ritrovano: ma i loro ricordi si riveleranno nebbiosi almeno quanto la città in cui si sono conosciute, quanto i vapori che appannano il vetro quando Kate si immerge nella vasca da bagno.

Il marito di Kate vede ora Anna per la prima volta, oppure si erano già incontrati? E chi è davvero Anna, che cosa nasconde? Il passato non si accontenta di essere rievocato, pretende di essere rivissuto; e intanto fra i tre protagonisti cominciano ad insinuarsi dubbi sottili. L’arrivo di Anna mette in crisi non solamente la stabilità della coppia ma l’identità stessa dei personaggi: le esperienze reali si confondono con quelle immaginate o desiderate, con ciò che sarebbe potuto succedere ma forse non è mai successo. Poiché la memoria, più o meno consapevolmente, crea un passato inafferrabile e diverso, ciascuno non potrà che offrire ricordi mutevoli, distorti e divergenti.

Quella sensazione di catastrofe incombente che si ritrova spesso in Pinter, quella tensione crescente che sembra pronta a detonare in un’esplosione annunciata, in “Old times” si tingono di morte. Chi esiste realmente? I personaggi potrebbero essere vivi o morti: o magari vivono come se fossero già morti. A questo pare alludere anche la scenografia dello spettacolo: i teli che ricoprono i divani fanno pensare non a una casa vissuta, ma piuttosto abbandonata, chiusa da tempo.

Intrigante il gioco di sguardi incrociati fra i protagonisti, che spesso fissano un personaggio diverso da quello a cui parlano. La recitazione, vivace e anche commossa sul finale, si pone al servizio del testo, così come la regia, aderente alle indicazioni dell’autore: semplice, piana. Manca tuttavia un’idea forte che colga nel segno e faccia arrivare allo spettatore in modo più moderno e convincente le sfumature dell’opera pinteriana.

TitoloVecchi tempi
AutoreHarold Pinter
AdattamentoTraduzione: Alessandra Serra
RegiaMichael Rodgers
MusichePiero Umiliani
SceneMauro Radaelli
CostumiVerde Lilla e Maurizio Baldassarri
LuciClaudio De Pace
InterpretiChristine Reinhold, Lisa Vampa, Marco S. Bellocchio
Durata70'
Generedramma
Applausi del pubblicoRipetuti
In scenadal 2 al 14 maggio al Teatro dei Conciatori - Via dei Conciatori, 5 - Roma