Un filmato introduce lo spettatore nella Londra del 1899. Dalle guglie gotiche della House of Parliaments, passando per i tetti della città antica fino ai vicoli più bui, umidi e fumosi, per arrivare al numero 1 di Baker Street. Qui un annoiato Sherlock Holmes si intrattiene con il fidato dottor Watson, lamentandosi che causa l’imminente vigilia di Natale, il crimine sembra essersi preso un periodo di vacanza: nessun omicidio, alcuna rapina, neanche uno straccio di rapimento, nulla! Almeno fino a quando passi incerti nella notte scura non catapultano nell’appartamento dell’investigatore una donna, una nota attrice che denuncia l’imminente assassinio del proprio amante.
Questo l’incipit della commedia musicale “Un Natale rosso Sherlock”, con al centro dell’azione l’arguto investigatore Sherlock Holmes e l’assistente l’incerto e sempliciotto dottor Watson. Contrariamente alla tradizione letteraria dello scrittore Conan Doyle, nella commedia scritta e diretta da Francesca Draghetti i ruoli sono capovolti. Holmes e Watson sembrano novelli Don Chisiciotte e Sancho Panza: inetto e confusionario il primo, brillante, intuitivo nonché seduttore il secondo. Il ribaltamento genera una serie di dis/avventure che vedono i nostri incontrare tra gli altri il professor Moriarty che tenta nei modi più strani ed originali di porre fine alla vita del Nostro e l’ispettore capo Lestrade, chiamato ad investigare sulla scia di sangue che le indagini di Sherlock procurano ad ogni giro di volta.
La Draghetti, ex componente della Premiata Ditta, scrive la commedia traendo ispirazione dai racconti di Doyle, capovolgendo e parodiando gli stilemi del genere, arricchendo il tutto con le musiche originali di Nanni Baldini, che non solo fanno da contorno agli eventi, ma li sviluppano, come in un musical vero e proprio. Interessante la composizione visiva che propone scene semplici ma efficaci, costituite prevalentemente da ombrelli che con i loro orpelli e ninnoli costruiscono ambienti degni del miglior teatro di strada. La recitazione è volutamente sopra le righe, cartoonistica e con risultati altalenanti. Perfetta e seducente (la migliore del gruppo) Ughetta d’Onorascenzo; ammiccante – sin troppo – Roberto Stocchi; irriverenti Sandra Conti e Antonella Alessandro; sin troppo mono tonale Gerolamo Alchieri nella parte del protagonista del titolo.
Più della recitazione, è la scrittura drammaturgica a convincere meno: la Draghetti memore delle esperienze pregresse e abituata ai tempi stretti degli sketch televisivi, costruisce una storia dettata da una successione di segmenti, frammenti chiusi in se stessi che generano timidi sorrisi, o risate fragorose da parte di un pubblico accomodante e partecipe per la vicinanza familiare e/o amicale con gran parte dei membri della compagnia. Da vedere l’effetto che fa, attraverso gli occhi di un pubblico meno compiacente.
Titolo | Un Natale rosso Sherlock |
Autore | Francesca Draghetti |
Regia | Francesca Draghetti |
Musiche | Nanni Baldini |
Scene | LEIST |
Costumi | PPVS |
Luci | Fabio Rivelli |
Interpreti | Gerolamo Alchieri, Roberto Stocchi, Antonella Alessandro, Giovanni Caravaglio, Ughetta d'Onorascenzo, Simone Crisari, Sandra Conti, Gerry Gherardi |
Durata | 95' |
Produzione | Kasbah |
Anno | 2015 |
Genere | commedia musicale |
Applausi del pubblico | Scroscianti |
In scena | fino al 5 aprile 2015 al Teatro de Conciatori, Roma |
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