Pinter scrisse “Betrayal” a circa dieci anni di distanza dalla fine della sua relazione extraconiugale con una presentatrice televisiva della BBC, una relazione durata sette anni; gli stessi che Emma e Jerry dividono da amanti mentre i rispettivi coniugi Robert e Giudith ne ignorano bellamente gli incontri rubati.

locandinaIl plot procede a ritroso cominciando da un incontro fra i due “traditori” nel 1977, quando la loro liaison è terminata, così come il matrimonio
di Emma con Robert. Si comincia ad andare indietro negli anni, tuffandosi nella fitta trama di menzogne e ipocrisie che il triangolo Jerry-Emma-Robert fanno rimbalzare con borghese disinvoltura nelle rispettive vite. In questo caso però non c’è una donna contesa: piuttosto una moglie sin dal principio incerta e un’amicizia di vecchia data fra Jerry e Robert, che pare non rimanga scalfita neppure di fronte alla confessione del tradimento. Già, perché i due sono anche soci in affari e come l’algido Robert dichiara, in fondo, anche lui aveva sempre preferito Jerry alla consorte. Quasi dieci anni di torti subiti o soffocati fra le lenzuola. Stanchezza, noia e falsità, che porta i personaggi a rifiutare il confronto con i loro desideri più intimi. Bugie bugie e ancora bugie, agli altri e a se stessi, tutto forse in nome di una posticcia morale da buona società, che porta a logorare un matrimonio, piuttosto che ad accettarne il fallimento. E se invece fosse il semplice frutto di una deviazione tutta umana che parimenti persegue l’eccesso quanto la norma? Pinter gioca coi suoi fantasmi e offre una pièce che forse non è fra le migliori, ma che restituisce in modo autentico il senso, o meglio il Very British Non Sense dell’adulterio.

L’allestimento portato in scena all’Eliseo per la regia di Michele Placido è un buon pezzo da palcoscenico. La bella scenografia anni ’70, con una visione quasi da oblò di Gianluca Amodio lasciava presagire qualcosa forse di più ardito nell’adattamento, che invece resta fedelissimo al classico, anche nei costumi, senza sbavature. Buona anche l’interpretazione di Ambra Angiolini e di Francesco Scianna forse a tratti un po’ formale; super partes invece Francesco Biscione, vera star del play. Belle anche le luci di Giuseppe Filipponio e le musiche di Luca D’Alberto. Applausi composti, per una regia equilibrata ma non conquistatrice. Ivanov mantiene lo scettro della stagione in Eliseo.

Levante

TitoloTradimenti
AutoreHarold Pinter
AdattamentoAlessandra Serra
RegiaMichele Placido
MusicheLuca D’Alberto
SceneGianluca Amodio
CostumiMariano Tufano
LuciGiuseppe Filipponio
InterpretiAmbra Angiolini, Francesco Scianna, Francesco Biscione
Durata75'
ProduzioneGoldenart Production
Anno2015
Generedrammatico
Applausi del pubblicoTimidi
In scenaDall’1 al 20 Dicembre al teatro Eliseo di Roma