Non c’è un testo scritto alla base di “Tante facce nella memoria”, spettacolo diretto da Francesca Comencini in scena al Teatro Argentina di Roma. C’è, invece, una drammaturgia, curata dalla stessa regista assieme a Mia Benedetta, nata dall’ascolto delle registrazioni delle testimonianze dirette di sei donne partigiane e non, che nel ’44 vissero l’eccidio delle Fosse Ardeatine, la feroce rappresaglia avvenuta dopo l’attentato di via Rasella, a Roma, il 23 marzo 1944.
Mia Benedetta, Bianca Nappi, Carlotta Natoli, Lunetta Savino, Simonetta Solder e Chiara Tomarelli sono sedute e alle loro spalle, appesi come corpi trucidati, tanti cappotti dai quali cade, costante, una pioggia prima più leggera, poi piano piano più fitta. Le sei attrici si alternano nel racconto ognuna della propria storia: la neo sposa Ada Pignotti (una bravissima Lunetta Savino) che a 23 anni, dopo soli 3 mesi di matrimonio, perde il marito; una mamma, raccontata da una delle sue 4 figlie (la naturale e sempre convincente Carlotta Natoli), che riesce a piangere la morte del marito solo dopo averle sistemate tutte; la figlia Vera Simoni (l’intensa Simonetta Solder) rimasta orfana di un padre orgogliosamente partigiano; la partigiana e giornalista romana Marisa Musu (l’energica Bianca Nappi), insignita della medaglia d’argento al valor militare; e poi la passione di Carla Capponi, medaglia d’oro della Resistenza e moglie di Rosario Bentivegna (la tesa e nervosa Chiara Tomarelli) e quella di Lucia Ottobrini (la misurata Mia Benedetta).
Quel che si avverte, forte, ascoltando il racconto tragico di quella giornata che sconvolse e cambiò per sempre la storia di queste sei donne – e la storia tutta d’Italia e di Roma in particolare -, è che ben poco è rimasto oggi del significato di quell’immane sacrificio. Le sei voci, addolorate ma forti, sembrano cadere nel vuoto, come se la memoria a un certo punto le avesse relegate ai libri di storia. Ed è proprio per questo che bisognerebbe insistere nel ricordare che quella libertà che oggi si dà per scontata, non lo era affatto per quei 335 civili e militari massacrati. E lo era ancora meno per le centinaia di donne, madri, figlie, partigiane, amiche e sorelle, colpite dall’orrore delle Fosse Ardeatine per mano dei Gap contro le truppe germaniche che attraversano via Rasella. Protagoniste silenziose, ognuna a suo modo, queste donne hanno combattuto strenuamente per andare avanti, affinché quel massacro non fosse stato compiuto invano.
Titolo | Tante facce nella memoria |
Autore | Liberamente tratto dalle registrazioni raccolte da Alessandro Portelli |
Adattamento | Drammaturgia a cura di Mia Benedetta e Francesca Comencini |
Regia | Francesca Comencini |
Costumi | Paola Comencini |
Interpreti | Mia Benedetta, Bianca Nappi, Carlotta Natoli, Lunetta Savino, Simonetta Solder, Chiara Tomarelli |
Durata | 70' |
Produzione | Produzione Teatro Stabile d'Abruzzo in collaborazione con l'associazione InArte |
Applausi del pubblico | Fragorosi |
In scena | Al Teatro Argentina di Roma fino al 20 marzo 2016 |
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