Se il Gran Teatro a Roma può essere considerato la casa madre del musical di Riccardo Cocciante “Notre Dame de Paris“, la SalaUno nel quartiere romano di San Giovanni può a ragione considerarsi la casa, o meglio la bottega di “Sweeney Todd“, il musical di Stephen Sondhein con il libretto di Hugh Weeler nell’edizione italiana di Andrea Ascari che torna a distanza di tre anni.
Uno spettacolo che conferma e rafforza il bel ricordo del debutto datato 2008, grazie ad un cast parzialmente rinnovato in alcuni ruoli, ma che conserva le tre colonne portanti dello spettacolo; Andrea Croci (Sweeney Todd) che con la sua voce potente esalta la non facile dissonante partitura musicale di Sondheim; Federica Ugolini che sembra essersi cucita addosso come un abito su misura il personaggio di Mrs Lovett, donandole una vitalità che se l’avesse vista Tim Burton l’avrebbe scritturata al posto Helena Bonham-Carter nell’omonimo film; Gianluca Spatti (Tobias) maturato in maniera esponenziale, capace di colorare con toni anche drammatici il suo personaggio, meno macchietta rispetto alla precedente edizione.
Ma tutto il cast meriterebbe una menzione, dall’ultima voce del coro alla band di pianoforti, archi e percussioni che accompagnano dal vivo le oltre due ore e mezza di spettacolo, all’interno del quale si narra la vicenda di Benjamin Barker noto barbiere di ritorno a Londra dopo un confino di quindici anni nella colonia penale d’Australia, per un delitto mai commesso. Sotto le spoglie del misterioso Sweeeny Todd, è in cerca di vendetta verso chi causò la sua condanna e la morte dell’amata moglie: il giudice Turpin ed il fido vassallo l’ufficiale Bearle Bamford, oggi tutori ma meglio sarebbe dire carcerieri della giovane figlia Johanna Barker.
I costumi di Giuliana Bellagamba e Anna Reginato, esaltati dalla naturale scenografia che solo la SalaUno è capace di offrire, calano lo spettatore nelle atmosfere malsane e corrotte della Londra del 1846, mentre le scenografie modulari di Giacomo Callari e le luci di Dawood-Pete Kheradmand lo aiutano a muoversi tra i suoi vicoli, nella bottega del barbiere come negli inferi della stessa dove nel grande forno vengono cotte le carni di sprovveduti avventori per i tortini della Signora Lovett.
Se proprio vogliamo trovare un difetto allo spettacolo, il classico pelo nell’uovo, lo scoviamo nell’aver tolto la gestione delle percussioni a Tania Polla, che nel doppio ruolo di coro/percussionista le portava letteralmente al centro del palcoscenico, relegandole invece negli angusti spazi della band. Questa modifica toglie un pizzico di originalità, che avevamo molto apprezzato. Ma è una scelta e, piaccia o meno, ci può anche stare. Da rivedere invece i livelli dell’amplificazione degli strumenti che, durante la prima, in alcuni passaggi rendevano poco comprensibile il cantato dal parte del cast. Ma parliamo appunto di dettagli.
Se lo avete perso tre anni fa, pazienza… Ma perderlo nuovamente sarebbe un delitto imperdonabile, da farvi finire dritti dritti in un tortino di Mrs Lovett.
Titolo | id. |
Autore | Stephen Sondheim, Hugh Wheeler |
Adattamento | Andrea Ascari |
Regia | Marco Simeoli |
Musiche | Stephen Sondheim |
Scene | Giacomo Callari |
Costumi | Giuliana Bellagamba, Anna Reginato |
Coreografie | Fabrizio Angelini |
Luci | Dawood-Pete Kheradmand |
Interpreti | Andrea Croci, Federica Ugolini, Gianluca Spatti, Francesca Risoli, Filippo Strocchi, Luca Santamorena, Dario Faini, Maurizio Di Maio, Monica Salvi |
Durata | 125' |
Produzione | GLS Produzioni, BSMT - The Bernstein School of Musical Theatre |
Anno | 2008 |
Genere | musical |
Applausi del pubblico | A scena aperta |
Compagnia | The Bernstein School of Musical Theatre |
In scena | dicembre 2011 al teatro Sala Uno, Roma |
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