Che Giancarlo Sepe all’interno del Teatro La comunità – il suo ovattato spazio nel cuore di Trastevere – abbia saputo proporre nel corso degli anni rappresentazioni dotate di un’alta suggestione delle immagini è un fatto noto. In “Sudori Freddi“, lo spettacolo che il regista porta in scena ispirandosi a “La donna che visse due volte” di Alfred Hitchcock, c’è sempre la precisione emotiva delle immagini. Ne “La donna che visse due volte” (“Vertigo” il titolo originale), l’avvocato e poliziotto John Ferguson (Scottie), soffre di vertigini. Durante un inseguimento sui tetti di San Francisco, ben riprodotto dalla scenografia di Carlo De Marino, rimane aggrappato a una grondaia sospeso nel vuoto. Nel tentativo di salvarlo, un collega precipita. L’accaduto innesca in lui uno stato di perdita di coscienza che si sovrappone alla vertigine.
L’inquietudine e la vertigine della perdita della ragione in “Sudori freddi” emergono con immagini macabre e distorte al pari del gioco di specchi creato sulle quinte del teatro. Sepe dichiara: «La vertigine ha come effetto immediato il sudore freddo, quello che nasce dalle paure notturne, dai grandi spaventi, dalla paura della morte». Il regista costruisce il racconto di ciò che in Hitchcock rimane sotto lo strato epidermico: la camera buia, i primi piani dei volti con gli occhi spalancati, la tomba vuota, la testa di Scottie in mezzo a una tela di ragno o il gorgo della spirale, vengono da Sepe staccati dal contesto, sviluppati e trasformati in una sequenza a spirale, dove convivono vivi e morti. Il giallo della vicenda originale cede il posto all’amore impossibile che viene celebrato nel melò di una certa maniera recitativa anni ’40.
Lo stato di assoluta impotenza creato dalla paura, genera mostri inimmaginabili nelle menti paragonabili a macabri rituali funerari dove antenati spagnoli – chiaro il richiamo al campanile del missione spagnola San Juan dove si consuma il suicidio/omicidio – si mescolano ai vivi manipolatori dell’animo umano. E così il negativo diventa l’originale e il positivo l’alterazione. La schiettezza del linguaggio comunicativo del regista si costruisce per immagini attraverso i corpi dei bravi attori ed è dotato di una forza paragonabile agli incubi nelle menti. Impossibile cercarne la razionalità, meglio affondare nell’onirico per perdersi nei meandri degli stati di incoscienza.
Titolo | Sudori freddi |
Autore | tratto dai personaggi di Boileau e Narcejac |
Adattamento | Giancarlo Sepe |
Regia | Giancarlo Sepe |
Musiche | Davide Mastrogiovanni, Harmonia Team |
Scene | Carlo De Marino |
Costumi | Carlo De Marino |
Luci | Guido Pizzuti |
Interpreti | Lucia Bianchi, Federico Citracca, Guido Targetti, Federica Stefanelli, Gianluca Spatti, Giuseppe Innocenti e con la partecipazione speciale di Pino Tufillaro |
Durata | 60' |
Produzione | Bistremila .Marioletta Bideri |
Anno | 2015 |
Genere | Drammatico |
Applausi del pubblico | Ripetuti |
Compagnia | Compagnia del Teatro La Comunità |
In scena | dal 1 ottobre 2015 al Teatro La Comunità - Roma |
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