C’è una colpa da espiare tra Lea e Leo. C’è un dialogo tra fratelli che gradualmente porta a capire chi sono, dove sono e da dove vengono. In “Sorella con fratello”, ultimo testo di Alberto Bassetti che chiude idealmente la “Trilogia della famiglia”, Leo e Lea sono interpretati da Alessandro Averone e Alessandra Fallucchi e diretti da Alessandro Machìa.
Sappiamo subito che Lea ama cantare e che Leo ha imparato a suonare per lei. Sappiamo che Leo va a trovare tutti i giorni Lea. Scopriamo che tra i due è successo qualcosa e tra di loro non c’è un semplice rapporto tra fratello e sorella. Pezzo dopo pezzo le singole vicende confluiscono nella storia che l’autore ha voluto raccontare (Lea è in prigione da dieci anni e finalmente il giorno dopo tornerà al mondo) e sulla quale ha voluto stendere un velo di ambiguità.
Se l’inizio dello spettacolo risente della rigidità comprensibile di un debutto, le battute si fanno più sciolte e i gesti disinvolti. Averone è un Leo che nei momenti di gioco e di scherzo con la sorella risulta convincente, meno lo è nel lungo monologo in cui ripercorre gli ultimi dieci anni di vita. Peccato, perché Averone è davvero bravo, uno dei migliori attori di oggi, di quelli che ricordi anche se hanno un ruolo minore. La Fallucchi invece non riesce a far evolvere il personaggio come la storia richiederebbe e risulta rigida, monocorde, distante, poco credibile. C’è da dire che parte della responsabilità ricade anche sul testo, anch’esso in alcune parti, poco credibile. Come quando colloca la genesi della ribellione adolescenziale di Lea, che sfocia nel quotidiano sballarsi con droga e alcool, in una gita da una zia che vive nelle campagne di Spoleto vicino a un convento, durante la quale, non si capisce bene come, la sua identità va in crisi. O nei dialoghi a volte privi di ritmo e faticosamente immaginabili.
In realtà anche la messinscena e, di conseguenza, la regia, non danno una mano agli attori. In alto, al centro del palco c’è un crocifisso, praticamente quasi sempre al buio. Si aspetta il momento in cui “prenderà vita” guadagnandosi il posto in scena. Non accade. Di certo sarà stata una scelta ponderata, ma non aiuta a entrare nella storia che sconta una regia poco incisiva e scarna di idee. “Sorella con fratello” resta perciò incastrato in un cortocircuito generato tra testo, regia e interpretazione. Lontano dalle intenzioni, dichiarate, di essere una tragedia con “i toni spesso sarcastici di una commedia nera, cinica, percorsa da un umorismo di matrice post-pirandelliana”.
Titolo | Sorella con fratello |
Autore | Alberto Bassetti |
Regia | Alessandro Machìa |
Scene | Maria Alessandra Giuri |
Costumi | Sara Bianchi |
Luci | Paolo Macioci |
Aiuto regia | Vittoria Sipone |
Interpreti | Alessandro Averone e Alessandra Fallucchi |
Durata | 70' |
Produzione | Il Carro dell'Orsa in collaborazione con Zerkalo |
Organizzazione | Rossella Compatangelo |
Applausi del pubblico | Ripetuti |
In scena | Fino al 20 dicembre 2015 al Teatro Dei Conciatori di Roma |
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