«Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero». Oscar Wilde
“Rumori fuori scena” racconta di una strampalata compagnia alle prese con le prove e l’allestimento di un’improbabile rappresentazione teatrale. Nel primo dei tre atti si assiste a un’esilarante e disastrosa prova generale; nel secondo, dopo un rapido cambio di scenografia (l’interno di una casa un po’ fatiscente, così come chi la abita, si trasforma nel retro del palcoscenico) si inizia a spiare il dietro le quinte dello spettacolo; nell’ultimo atto, finalmente va alla rocambolesca messa in scena, con un ritorno alla scenografia originaria. La commedia è piacevole e divertente, da subito si apprezza l’abilità degli attori a recitare con estrema naturalezza: la sensazione è di essere degli infiltrati intenti a spiare le vicissitudini di persone che vogliono fare gli attori, ma sono sopraffatti dai propri vissuti e dalle dinamiche relazionali che invadono la scena. Il confine tra realtà e finzione si perde, tutto si mischia e si confonde fluidamente.
Lo spazio e il tempo sono i protagonisti: in “Rumori fuori scena” si entra e si esce dalla scena come si entra e si esce dal ruolo. Ci si ritrova a pensare: «Chi è chi? Dove si trova? Cosa sta realmente facendo?». Ogni battuta o movimento è magicamente incastrato, in una macchina perfettamente oliata, che nella perfezione contiene la consapevolezza che basti un minimo passo falso di qualcuno per far saltare tutto. Il ritmo è sempre più incalzante a mano a mano che la vicenda si dispiega, aumentano le risate e anche le emozioni. Nel primo atto le prove generali rivelano una moltitudine di imperfezioni e la quasi totale impreparazione degli attori che sbagliano e interrompono di continuo il flusso della rappresentazione. Nel secondo trionfa la bravura degli interpreti (su tutto il cast perfettamente rodato, svettano Viviana Toniolo, Annalisa di Nola, Stefano Messina e Marco Simeoli), il pathos aumenta e gli attori dietro le quinte dello spettacolo in corso, giocano le loro dinamiche relazionali sottovoce, se non praticamente in silenzio. Utilizzando quasi solamente mimica e gestualità, raccontano tutto e il contrario di tutto quello che, dall’altra parte della scena, loro stessi stanno recitando. L’ultimo atto svela quello che accade sulla scena quando dietro le quinte le cose non funzionano, quando gli attori sono coinvolti in reciproci giochi di amore, odio, gioia e dolore.
Lo spettacolo culmina con gli attori che tentano sia di terminare lo spettacolo che di rimediare ai loro errori, dispetti e vuoti di scena. Il risultato è tanto catastrofico quanto divertente. Ci si domanda: «Alla fine la compagnia ha fallito oppure no?». Di certo “The show must go on”! D’altra parte questa è la vita: ogni giorno cerchiamo di adattarci allo script che il nostro regista/io razionale vorrebbe imporci, ma poi le emozioni prendono il sopravvento. Dentro di noi (dietro le quinte) avviene un tumulto di sensazioni, una confusione di piani che ci fanno commettere degli errori, i “lapsus” freudiani. E nonostante tutto continuiamo ad andare avanti: tutto sommato il prodotto ci soddisfa di più… [Silvia Renzi]
Titolo | Rumori fuori scena |
Autore | Michael Frayn |
Adattamento | Filippo Ottoni |
Regia | Attilio Corsini |
Musiche | Arturo Annecchino |
Scene | Bruno Garofalo |
Interpreti | Viviana Toniolo, Annalisa Di Nola, Stefano Messina, Carlo Lizzani, Roberto Della Casa, Marco Simeoli, Elisa Di Eusanio, Sebastiano Colla e Claudia Crisafio |
Durata | 188' |
Produzione | Attori & Tecnici |
Anno | 31esimo |
Genere | Commedia |
Applausi del pubblico | Ripetuti |
Compagnia | Attori & Tecnici |
In scena | dal 27 novembre al 14 dicembre 2014 Teatro Vittoria |
Nessun commento