Maddalena Crippa e Alesandro Averone in Richard II. Foto di Paolo Porto

Maddalena Crippa e Alesandro Averone in Richard II. Foto di Paolo Porto

Trono, corona e scettro sono di certo i simboli del potere. Quali sono invece i segni della sua legittimità? E cosa resta, dopo, di questa sua imprescindibile caratteristica? È la domanda delle domande, attualissima ma ancora senza una risposta definita, condivisa, quella che Peter Stein mette in scena al Teatro Nazionale di Roma con il suo Richard II, tragedia tra le meno frequentate di William Shakespeare, qui nella bellissima traduzione di Alessandro Serpieri.

 

Alessandro Averone in Richard II. Foto di Paolo Porto

Alessandro Averone in Richard II. Foto di Paolo Porto

All’interno di una scatola pulita e rigorosa, due uomini, braccio contro braccio, si sfidano per pulire le ingiurie di una “gola falsa”. Le braccia e le gole sono quelle di Henry Bolingbroke e Thomas Mowbray (rispettivamente Alessandro Averone, qui bravissimo nel dosare le due anime del personaggio, prima animato da un gran senso dell’onore e da nobili ideali di onestà, poi dalla sete di potere; e dal meno incisivo Graziano Piazza), due Pari del Regno d’Inghilterra che dinanzi al re Richard II (interpretato da Maddalena Crippa) si accusano a vicenda della morte di Thomas Woodstock, avvenuta in circostanze misteriose. E allora sono guanti di sfida lanciati per terra, sono due anime smaniose di difendere il proprio onore perché “non siamo nati per pregare ma per combattere” e per farlo per Dio, per il proprio re e per se stessi.

Ma Riccardo II dopo aver loro concesso un duello per sfogare rabbia e ambizioni, li bandisce dal territorio del regno: per sempre Mowbray e per sei lunghi inverni Bolingbroke, che è anche suo cugino e che ritornerà per riprendersi ricchezze e potere, usurpando la corona e diventando re Enrico IV.

Richard II. Foto di Paolo Porto

Richard II. Foto di Paolo Porto

Peter Stein costruisce uno spettacolo corale, denso di parole e di suggestioni seppur nell’apparente essenzialità e severità. Affida a Maddalena Crippa, una donna, il ruolo di Riccardo II, parte che l’attrice restituisce con spessore e senza sbavature rendendo credibili le voluttà di un governante passionale e appassionato, ma fondamentalmente fragile proprio in quanto umano. “Una ben fragile gloria brilla su questa faccia: la faccia di un uomo fragile quanto la sua gloria” dice dopo aver perduto la corona nel chiuso nella sua cella.

Un teatro di parola che scorre inesorabile e senza stanchezza e che si affida ai costumi, bellissimi, di Anna Maria Heinreich e alle scene emozionanti di Ferdinand Woegerbauer. Un’intensità misurata si fonde con un’essenzialità appassionata rendendo questo Richard II una boccata d’ossigeno teatrale che la compagnia, tutta (Gianluigi Fogacci, Andrea Nicolini, Graziano Piazza, Almerica Schiavo, Giovanni Visentin, Marco De Gaudio, Vincenzo Giordano, Luca Iervolino, Giovanni Longhin, Michele Maccaroni, Domenico Macrì, Laurence Mazzoni) ha il merito di regalare.

TitoloRichard II
AutoreWilliam Shakespeare con la traduzione di Alessandro Serpieri
AdattamentoPeter Stein
RegiaPeter Stein
SceneFerdinand Woegerbauer
CostumiAnna Maria Heinreich
LuciRoberto Innocenti
Aiuto regiaCarlo Bellamio
InterpretiMaddalena Crippa, Alessandro Averone, Gianluigi Fogacci, Paolo Graziosi, Andrea Nicolini, Graziano Piazza, Almerica Schiavo, Giovanni Visentin, Marco De Gaudio, Vincenzo Giordano, Luca Iervolino, Giovanni Longhin, Michele Maccaroni, Domenico Macrì, Laurence Mazzoni
Durata165'
ProduzioneTeatro Metastasio di Prato
Applausi del pubblicoFragorosi
In scenafino al 17 dicembre al Teatro Nazionale di Roma