Nella video-proiezione iniziale sta tutta la cifra stilistica del Re Lear di Giorgio Barberio Corsetti che ha debuttato al Teatro Argentina di Roma (in scena fino al 10 dicembre). Nella video-proiezione e in una recitazione appassionata e sopra le righe, proprio come il temperamento del protagonista della tragedia shakespeariana.
Ennio Fantastichini è un Re Lear fisicamente vigoroso, dalla mimica generosa e dall’energica gestualità. Accanto a lui il regista dispone un gruppo di attori che guida con la sua impronta, come pedine su una scacchiera, e che fa recitare seguendo modulazioni tra loro simili. A cominciare dal potente Michele Di Mauro che veste i panni di Gloucester, riflesso di Lear nella storia, e seguendo con il meno ispirato Gabriele Portoghese, che fa Edgar e la poco convincente Cordelia di Alice Giroldini.
A seguire tutti gli altri: la Goneril di Francesca Ciocchetti e la Regan di una sottotono Sara Putignano, Kent ed Edmund, interpretati da Roberto Rustioni e Francesco Villano, il Duca di Albany Mariano Pirrello e quello di Cornovaglia Pierluigi Corallo, l’Oswald e il Duca di Borgogna restituiti da Antonio Bannò e Zoe Zolferino che diventa un servo di quest’ultimo. Menzione a parte merita Andrea Di Casa che quando fa il Matto riesce a staccarsi dal gruppo (Fantastichini compreso) rubando scena e reali emozioni. Se da un lato fa dimenticare che questo Re Lear forse è un po’ troppo urlato e a volte stonato dall’altro e proprio per questo motivo, fa risuonare finalmente il “divin bardo” di cui in questa operazione a volte si perdono un po’ le tracce. Forse perché alla ricerca dell’innovazione a ogni costo. O forse solo perché tra tutti è riuscito a far suo il personaggio, senza perdere completamente se stesso.
Questo Re Lear, in cui “i padri fraintendono i figli e i figli tradiscono i padri”, che porta la firma di Barberio Corsetti resta comunque uno spettacolo sfaccettato e che non può essere racchiuso in un’unica definizione: è tecnologico, artistico, musicale; è epico, sfacciato, visionario; è politico, cieco, pazzo.
Titolo | Re Lear |
Autore | William Shakespeare con traduzione di Cesare Garboli |
Adattamento | Giorgio Barberio Corsetti |
Regia | Giorgio Barberio Corsetti |
Musiche | Luca Nostro |
Scene | Francesco Esposito |
Costumi | Francesco Esposito |
Luci | Gianluca Cappelletti |
Aiuto regia | Giacomo Bisordi |
Interpreti | Ennio Fantastichini (Re Lear) e Michele Di Mauro (Gloucester), Roberto Rustioni (Kent), Francesco Villano (Edmund), Francesca Ciocchetti (Goneril), Sara Putignano (Regan), Alice Giroldini (Cordelia), Mariano Pirrello (Duca di Albany), Pierluigi Corallo (Duca di Cornovaglia), Gabriele Portoghese (Edgar), Andrea Di Casa (il Matto e Re di Francia), Antonio Bannò (Oswald e Duca di Borgogna), Zoe Zolferino (un Servo del Duca di Cornovaglia) |
Durata | 180' |
Produzione | Teatro di Roma - Teatro nazionale e Teatro Biondo di Palermo |
Ideazione e regia teaser video | Igor Renzetti e Lorenzo Bruno |
Applausi del pubblico | Timidi |
In scena | Al Teatro Argentina di Roma fino al 10 dicembre 2017 |
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