Due scooter si scontrano in una desolata strada nella campagna romana. I guidatori contrapposti l’uno all’altro, i caschi come elmetti da prima guerra mondiale. Mattia Torre, autore e regista, scava con Qui e Ora una trincea metropolitana. Senza un indirizzo esatto da comunicare al centralino e con tutti i mezzi in parata per la festa del 2 giugno, attendere i soccorsi è quasi aspettare Godot.
Una situazione surreale ma neanche troppo: attraverso l’esasperazione del paradosso e il cinismo spassoso dell’humour nero, la satira di Qui e Ora scherza sulle assurdità della vita moderna. Un’esistenza condotta fra loft di archeologia industriale e telai contraffatti, decenni di psicoanalisi, finzioni radiofoniche e carbonara di pesce; una vita che viaggia così di corsa, che non c’è nemmeno il tempo di avere un incidente perché the show must go on. Neppure una gamba rotta o una botta in testa possono affievolire l’aggressività da giungla urbana, l’ostinazione ad averla vinta sul nemico vero o presunto; e intanto una sinistra nota di follia serpeggia fra i protagonisti.
In una scenografia semplice ma di forte impatto, i motorini incidentati, sovrapposti, disegnano una piramide che emerge dalla nuvola di fumo come una contemporanea Zattera della Medusa. L’opposizione fra i due personaggi sul palco non è soltanto sociale e drammaturgica: segue anche una disposizione prossemica peculiare. Paolo Calabresi è in piedi e in movimento, il cuoco-star benestante e di successo che se la canta e se la suona, montando da solo la propria rabbia. Valerio Aprea è disteso, in orizzontale: inizialmente pressoché muto e immobile, perfino poco visibile, con un ruolo da spalla che cresce progressivamente fino al previsto ma necessario ribaltamento delle parti. Una commedia ben scritta, due attori che calzano agevolmente i panni dei propri personaggi, uno sguardo ironico che ha la durata hic et nunc del tempo reale.
Titolo | Qui e Ora |
Autore | Mattia Torre |
Regia | Mattia Torre |
Scene | Beatrice Scarpato |
Costumi | Antonella D'Orsi |
Suono | Cristiano Paliotto |
Luci | Luca Barbati |
Interpreti | Paolo Calabresi e Valerio Apresa |
Durata | 70' |
Genere | commedia |
Applausi del pubblico | Ripetuti |
In scena | Dal 15 al 18 dicembre 2016 al Teatro Ambra Jovinelli - Via Guglielmo Pepe 43 / 47 - Roma |
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