Dopo le riduzioni cinematografiche con Vittorio Gassman e Al Pacino, “Il buio e il miele” di Giovanni Arpino arriva a teatro nell’adattamento di Pino Tierno, regia di Massimo Venturiello. Il capitano Fausto Consolo (Massimo Venturiello), ormai in pensione e cieco a causa di un incidente, decide di recarsi in visita da un vecchio amico a Napoli, anche lui ex militare e non vedente. Un giovane soldato in congedo premio viene incaricato di accompagnarlo ed assicurarsi che tutto vada per il meglio, ma il vecchio capitano non sembra voler rendere la gita troppo piacevole per il suo accompagnatore, che si guadagna subito il generico soprannome di “Ciccio” in omaggio alla sua giovanile ingenuità. Ad attendere la strana coppia nella città partenopea c’è Vincenzo, vecchio amico del capitano, e Sara, giovane innamorata da tempo di Fausto ma dalle cui attenzioni sembra infastidito. La ragione di quel viaggio è prossima alla rivelazione e con essa le conseguenze che Fausto sarà costretto ad affrontare.
Venturiello torna in scena con uno spettacolo in ideale continuità con “Il grande dittatore”, della scorsa stagione: «Questo romanzo [Il buio e il miele] è sicuramente l’emblema della solitudine moderna, della disillusione esistenziale che inevitabilmente conduce al cinismo e alla perdita di umanità» ha sottolineato, ricordando anche il discorso finale della pellicola di Chaplin. Catalizzatore dello smarrimento è Fausto stesso con la sua arroganza e il tagliente sarcasmo, eppure il capitano è anche tanto aggrappato alla vita da ricercarne il profumo, elemento fisico e corporeo ma per definizione inafferrabile e volatile. «Fatti guidare sempre dall’odore, amico mio», suggerisce a Ciccio.
Venturiello affronta la sfida di un personaggio complesso con la grazia e maestria che lo contraddistinguono, regalandoci un Fausto magnetico e profondo, e soprattutto mai troppo ingombrante, mai troppo istrione da soffocare la giovane controparte. Andrea Monno è un “Ciccio” convincente fino alla fine, sia nel ruolo del ragazzotto spaesato sia in quello del giovane finalmente “maturo” che assiste impotente alla tragedia di Fausto; bravi anche gli altri interpreti. Completano il quadro le musiche di Germano Mazzocchetti, con la voce di Tosca e le scene di Alessandro Chiti, essenziali e completamente bianche, quasi a voler sottolineare visivamente quel caldo tanto lamentato dai personaggi in scena, senza suggerire in particolare delle città visitate dai protagonisti.
Uno spettacolo ben riuscito, senza sbavature e capace di dare incredibile forza alle parole di Arpino, facendoci ridere e commuovere senza ricorrere a qualcosa di più che il semplice testo e l’interpretazione degli attori.
Titolo | Profumo di donna |
Autore | Giovanni Arpino |
Adattamento | Pino Tierno |
Regia | Massimo Venturiello |
Musiche | Germano Mazzocchetti |
Scene | Alessandro Chiti |
Costumi | Sabrina Chiocchio |
Luci | Umile Vainieri |
Interpreti | Massimo Venturiello, Irma Ciaramella, Camillo Grassi, Andrea Monno, Claudia Portale, Sara Scotto di Luzio, Franco Silvestri |
Produzione | Società per attori |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico |
Applausi del pubblico | Ripetuti |
In scena | al teatro Parioli fino al 12 marzo |
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