A tempo di musica. Musical che diventano film al cinema; film che diventano musical a teatro; musical teatrali che diventano pellicole cinematografiche… Ce n’è per ogni dove. A conferma debutta a Roma, dopo il successo milanese della scorsa stagione, “Priscilla La regina del deserto”, musical tratto dall’omonimo film di successo di Stephan Elliot del 1994, portato al West End di Londra dallo stesso regista australiano ed ora nella versione italiana a cura del regista Toto Vivinetto e del coreografo Thomas Signorelli. I due riadattano italianamente il registro scenico e registico originale.La storia è nota: “Priscilla” è l’avventura on the road di tre amici che, a bordo di un vecchio bus rosa soprannominato Priscilla, partono per un viaggio attraverso il deserto australiano alla ricerca di amore e amicizia, finendo per trovare molto di più di quanto avessero mai immaginato. La scintilla che mette in moto tutto è Tick/Mitzi che accetta l’invito dell’ex moglie ad andare a trovare il giovane figlio che desidera conoscere un padre «tanto speciale»: Mitzi è una Girls che si esibisce in spettacoli burleschi di travestitismi con le fidate amiche Bernadette e Felicia. Tra colori sfavillanti, musiche Anni Settanta, colori sgargianti ed un pullman rosa nel deserto australiano, inizia un viaggio che sullo schermo entusiasmava, emozionava, divertiva; sul palcoscenico l’effetto non si ripete. Purtroppo.
Quando il mondo gay viene messo in scena (cinema o teatro che sia) in Italia, l’equilibrio ed il senso della misura, salvo rari casi, vengono dimenticati a favore di ammiccamenti, strizzatine d’occhio, gridolini e tutto l’armamentario stereotipato sull’argomento. Priscilla non si distacca da questa usanza, cadendoci abbondantemente con entrambi i piedi. Aggiungiamo un impianto di spettacolo che banalizza e troppo semplifica i contenuti del film di riferimento (a onor del vero è difficile rendere un road movie su un palcoscenico ristretto come quello teatrale), e la frittata è completa.
Antonello Angiolillo nel ruolo del protagonista Mitzi convince poco nel recitato, meglio nel canto; mentre Mirko Ranu in quello di Felicia è troppo sopra le righe, al punto da cadere negli stereotipi di cui sopra. Punto fermo e convincente dello spettacolo è Simone Leonardi che nel ruolo di Bernadette svetta su tutti anche grazie al personaggio, ben delineato e riuscito rispetto a tutti gli altri. Lo spettacolo vive di lampi improvvisi con coreografie di stampo televisivo; costumi tanto kitsch nelle intenzioni quanto grotteschi e fuori luogo nelle realizzazioni; musiche che rielaborano evergreen ed un passaggio tra italiano (recitato) e cantato (inglese) a cui è difficile abituarsi. “Priscilla” vive così di piccoli espedienti, ammiccamenti verso un pubblico ben disposto a farsi sedurre e coinvolgere, nonostante tutto.
Regia | Simon Phillips, Toto Vivinetto |
Costumi | Tim Chappel, Lizzy Gardiner |
Produzione | Nullarbor Productions, MGM ON Stage, M.A.S., PoltroniSSima |
Anno | 2013 |
Genere | Musical |
Durata | 120' |
Titolo | Priscilla |
Musiche | Stephen Murphy |
Scene | Brian Thomson |
Coreografie | Ross Coleman, Andrew Hallsworth |
Luci | Nick Schlieper |
Interpreti | Antonello Angiolillo, Simone Leonardi, Mirko Ranu, Maurizio Arena, Loredana Fadda, Valeria Belleudi, Giadas D'Auria |
Applausi del pubblico | Ripetuti |
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