Peter Pan – Il Musical

Nel panorama della produzione teatrale italiana, Peter Pan – Il Musical realizzato da ATI Il Sistina in collaborazione con Teatro delle Erbe e Officine Smeraldo per la regia di Maurizio Colombi è sicuramente una sorta di mosca bianca. Una imponente macchina scenica finalizzata a ricreare quel mondo magico e fantasmagorico immaginato dalla scrittore James Matthew Barrie popolato da pirati, indiani, coccodrilli, fate, isole-che-non-ci-sono e bambini che non vogliono crescere. Un mondo evocato dalle musiche di Edoardo Bennato – dall’album Sono solo canzonette – adattate allo scrip dello spettacolo e riarrangiate con risultati altalenanti da Giancarlo Porro.

La messa in scena ricca, colorata, popolata da un cast forse sin troppo numeroso per l’ampiezza del palcoscenico – in più di un’occasione ci è sembrato che la ricchezza delle coreografie siano state compresse in spazi sin tropo limitati -, ha sicuramente un appeal da non sottovalutare grazie anche al contributo di Arturo Brachetti, che nella veste di direttore artistico ha contribuito con la sua abilità di trasformista a soluzioni innovative per i numerosi effetti di scena.

Uno spettacolo pensato e realizzato per un pubblico molto giovane di under 14, con musiche rockettare che le piste sonore preregistrate rendono un po’ troppo fredde ed asettiche, e dove i personaggi sono sin troppo calcati ed accentuati, tanto da renderli bidimensionali come cartoni animati. Una scelta, pensata e voluta, legittima ma discutibile che rende poco emozionale lo spettacolo. Un luna park di colori, suoni, musiche ed effetti speciali che della poesia del testo originale conserva ben poco. Ma That’s Entertainment Folks e quindi avanti così…
Nel cast oltre a Manuel Frattini, professionista indefesso forse troppo anziano per il suo personaggio, svettano l’ottimo Spugna di Riccardo Peroni e Claudio Castrogiovanni un divertito e divertente capitano Uncino. Tra i giovani protagonisti colpisce la voce di Alice Mistioni (Wendy) nelle parti cantate mentre sul recitato necessità ancora di perfezionarsi nella dizione.