È un Natale in famiglia apparentemente come tutti gli altri. Due genitori che aspettano il ritorno dei figli e dei nipoti a casa. L’albero da Natale da addobbare, il braciere per scaldare casa, ricette tipiche che si rinnovano anno dopo anno. Ed ecco che arrivano i figli uno dopo l’altro con generi e nuore a carico, pieni di una felicità apparente che con il procedere lo spettacolo viene scalfita prima e grattata via poi, rivelando problemi, incomprensioni, rancori assopiti ma mai superati.

Benvenuti nella bella famiglia italiana raccontata da Carmine Amoruso nel tragicomico Parenti Serpenti, già memorabile pellicola di Mario Monicelli del 1992. Al posto di Paolo Panelli, troviamo nei panni del pirotecnico capofamiglia Lello Arena. «Immaginare Lello Arena, con la sua carica comica e umana, nei panni del papà – ricorda il regista – mi ha fatto immediatamente sorridere, tanto da ipotizzare il suo sguardo, come quello di un bambino, intento a descrivere ed esplorare le dinamiche ipocrite e meschine che lo circondano. È un genitore realmente in demenza senile o un uomo che non vuol più vedere la realtà e si diverte a trasformarla e a provocare tutti?».

Il racconto si concentra tra vigilia e giorno di Natale, così come la scenografia di Roberto Crea costruisce l’unico ambiente scegliendo la verticalità ed avvolgendo il tutto in un’oscurità che sembra racchiudere la scena dentro una di quelle sfere di vetro che agitandole “creano” intense nevicate. Un’oscurità che viene lacerata quando il palcoscenico invade la platea, con gli attori che agiscono ed interloquiscono tra loro e con il pubblico tra i corridori e le file di poltrone. Come se la finzione irrompesse nella realtà. E la realtà drammaturgica è spaventosamente verosimile a quella della quotidianità.

Lo spettacolo è diviso in due. Nella prima parte domina la leggerezza, il grottesco, la ricerca continua, quasi ossessiva della risata, con personaggi, soprattutto il protagonista Arena sin troppo caricati da rasentare la macchietta. Non tutto funziona e lo spettacolo complessivamente fatica a decollare. Meglio la seconda, quando inizia a rivelarsi “il lato oscuro” dei personaggi di contorno, ovvero i figli, svelando una cattiveria di fondo, un egoismo strisciante, all’inizio solo intuibile. Lo spettacolo cambia marcia e si fa più equilibrato, godibile ed interessante, tanto da scatenare fragorosi applausi tra il pubblico. Chiaroscurale, un po’ come la cifra estetica scelta dal regista per questo suo lavoro.

TitoloParenti Serpenti
AutoreCarmine Amoruso
RegiaLuciano Melchionna
MusicheStag
SceneRoberto Crea
CostumiMilla
LuciSalvatore Palladino
InterpretiLello Arena, Giorgia Trasselli, Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea De Goyzueta, Carla Ferraro, Serena Pisa, Fabrizio Vona
Durata120'
ProduzioneEnte Teatro Cronaca Vesuvioteatro
Anno2017
GenereCommedia
Applausi del pubblicoFragorosi
In scenadal 6 al 18 Marzo 2018, Teatro Eliseo di Roma