Adriana, ingenua casalinga incinta del terzo figlio, vive nella periferia di una metropoli con il marito Michele, rude metronotte. L’esistenza scorre lenta e inesorabile tanto da ritrovarsi spesso sola e annoiata; una notte d’estate però, mentre il marito è al lavoro e Adriana è addormentata davanti al televisore, in casa piomba un’ospite inattesa: una donna spaventata chiede rifugio per un’aggressione subita per strada. Dopo averla accolta, Adriana riconosce nell’ospite la vecchia compagna di banco Rosanna, donna cinica e priva di tatto.
La serata viene maggiormente movimentata dall’arrivo di Arturo, il marito di Rosanna che lei tradisce costantemente; questi comincia a corteggiare Adriana, la quale si ritrova ben presto al centro di una vicenda inimmaginabile, che si complica sempre di più quando al trio si aggiungono Michele e Sandro, ex fidanzato di Adriana appena uscito di galera. La presenza degli ospiti dà modo ad Adriana di riconsiderare la sua vita con occhio critico, esaminando l’infanzia trascorsa con un padre remissivo e una madre opprimente. L’interazione tra i personaggi evolve in un crescendo di passioni e situazioni incomprensibili, fino al drammatico climax finale.
“Notturno di donna con ospiti“ è un dramma di Annibale Ruccello, autore napoletano scomparso nel 1986 in seguito ad un incidente stradale. L’opera del 1983 è pervasa da numerose venature, dalla commedia dialettale, al dramma, fino agli influssi horror d’ispirazione cinematografica (“Shining” di Kubrick è del 1979), cui la accomunano i temi della clausura e dell’isolamento che spingono i fantasmi dell’inconscio a palesarsi. Adriana è una figura piccola, sciatta, priva di orizzonti e di sogni limitati (il suo svago sarebbe di andare al cimitero a pulire la tomba del padre, e godersi qualche programma televisivo), frustrati dalle circostanze. Il marito è fisicamente e spiritualmente assente, i figli dormono di sopra, e appaiono solo come fotografie da mostrare agli ospiti o come malanni da gestire, comunque come carico sulle spalle di Adriana.
E’ un dramma dell’inconscio, in cui la casa, squallida e isolata, è perfetto specchio della mente di Adriana, anch’essa esposta agli ospiti indesiderati che portano scompiglio in delicati equilibri; la macchina scenica (di Roberto Ricci, con le luci di Stefano Pirandello) sottolinea le oscillazioni di Adriana con cambi di luce, oscuramenti e squarci insospettati sul passato, sostenendo l’evolvere psicologico della vicenda.
Giuliana De Sio, alla terza ripresa dello spettacolo, dimostra una elevata padronanza del ruolo, con capacità di spaziare tra tutti i registri (comico, drammatico, piano, folle), restituendo l’evoluzione del personaggio con bravura e convinzione. Tra i comprimari spicca Gino Curcione nel doppio ruolo di padre e madre di Adriana; ben ritmata la regia di Enrico Maria Lamanna. Il pubblico risente un po’ della recitazione (spesso serrata), in dialetto e della trama apparentemente irrazionale, faticando a trovare il bandolo della matassa nel primo atto; decisamente più convinto nella fine dello spettacolo, quando la vicenda si chiarisce e ne emergono i valori drammatici.
Titolo | Notturno di donna con ospiti |
Autore | Annibale Ruccello |
Regia | Enrico Maria Lamanna |
Musiche | Carlo De Nonno |
Scene | Roberto Ricci |
Costumi | Teresa Acone |
Luci | Stefano Pirandello |
Interpreti | Giuliana De Sio, Gino Curcione, Rosaria de Cicco, Luigi Iacuzio, Andrea De Venuti, Francesco Di Leva |
Durata | 110' |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico |
Applausi del pubblico | Timidi |
In scena | al teatro Quirino dal 1 al 6 novembre 2016 |
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