Dopo le anteprime della scorsa estate, approda al teatro Il Sistina di Roma, l’attesissimo musical con le musiche degli ABBA, Mamma Mia! nella nuova versione italiana di Massimo Romeo Piparo.
Riproponiamo a distanza di qualche mese la recensione effettuata durante l’anteprima svoltasi al Teatro Romano Antico di Ostia, non tanto per girare il coltello nella ferita ancora aperta di uno spettacolo che non ci ha convinto, quanto per allertare gli spettatori di ciò che si appresteranno a vedere.
A distanza di sette anni dalla prima versione italiana del musical Mamma Mia! della Stage Entertainment che illuminò per due anni consecutivi i palcoscenici del Teatro Nazionale di Milano prima e del Brancaccio di Roma poi, debutta nell’impareggiabile cornice del Teatro Romano Antico di Ostia, la nuova edizione firmata Massimo Romeo Piparo e Teatro Sistina.
Una versione che si allontana dalla regia originale del celebre musical con le musiche degli ABBA, quella di Phyllida Lloyd che ne curò anche la traduzione cinematografica, per una rielaborazione ‘all’italiana’ che tra luci ed ombre, dopo una tournè estiva finalizzata a testare lo spettacolo in locations storiche come il Teatro Romano Antico di Ostia, lo Sferisterio di Macerata, la Piazza degli Scacchi a Marostica, oltre a figurare all’interno di prestigiosi Festival estivi come La Versiliana, Catonateatro, Forte Arena, Follonica Summer Festival, Rassegna delle 11 Lune di Peccioli, debutterà in casa a Roma al teatro Il Sistina il 6 dicembre prossimo.
Una versione completamente rinnovata e “riempita” rispetto alla versione originale, tanto di vera acqua salata sul palco, quanto di videoproiezioni che vanno a completare le scene originali di Teresa Caruso, all’interno delle quali si posiziona l’orchestra dal vivo che suona gli evergreen noti a tutti (ma in lingua italiana) sotto la direzione del solito (per le produzioni PeepArrow Entertainment) e bravo Emanuele Friello.
La storia è sempre quella della ventenne Sophie che in una piccola isola dell’arcipelago greco sta per sposare Sky, il ragazzo che ama, e sogna di farsi accompagnare all’altare dal padre che non ha mai conosciuto. Dopo aver scoperto dal diario della madre, Donna, che i potenziali padri sono tre, decide di invitarli alle nozze per scoprire chi di loro sia quello vero.
Nel ruolo di Sophie, con l’impegnativo compito di aprire e chiudere lo spettacolo, la 25enne Eleonora Facchini, che dopo essersi diplomata all’accademia professionale SDM (Scuola del Musical di Milano) fondata da Saverio Marconi e diretta da Federico Bellone, ha recentemente interpretato Lucia nello spettacolo “I Promessi Sposi” di Maurizio Colombi. Una voce pulita ma non del tutto convincente, precipita lo spettatore all’interno di una storia che profuma d’estate, sole mare, musica e divertimento che emergono a singhiozzo (sopratutto nel primo convincente atto) grazie alla bravura della vera star dello spettacolo, la trascinante Sabrina Marciano, (reduce da una clamorosa affermazione nel ruolo della maestra di danza in Billy Elliot) convincente nel ruolo di Donna tanto nel cantato – molto ben accompagnata dalle compagne di avventura Elisabetta Tulli e Laura Di Mauro a cui sono affidati i momenti più apprezzabili dello spettacolo – che nel recitato a dispetto delle opache presenze maschili affidate ad ‘attori’ più di richiamo televisivo che non teatrale, tanto meno musicale: Luca Ward, Paolo Conticini e Sergio Muniz.
E’ un vizio ricorrente che troviamo nelle ultime produzioni firmate Piparo ma non solo, quello di assegnare i ruoli da protagonista più a ‘personaggi’ capaci di attrarre un pubblico eterogeneo e casalingo piuttosto che non talenti di valore magari meno “di grido”.
Il lato positivo è che la loro presenza scenica viene ridotta ai minimi termini, sia nel recitato che sopratutto nel cantato, con il solo Conticini chiamato a fare gli “straordinari” da questo punto di vista. La presenza di Luca Ward e Sergio Muniz nei panni di due degli aspiranti padri, comporta il maggior distacco dello spettacolo dalla traccia originale, con il romano Romolo (un Luca Ward dal forte accento romanesco) e lo spagnolo Enrique (il naufrago Sergio Muniz che tenta con Mamma Mia! la via di un teatro mainstream rispetto alle sue precedenti esperienze sui palcoscenici italiani).
Detto dei protagonisti, plauso ai giovani artisti che fanno da coro alle vicende familiari ingarbugliatissime di cui prima, a cui nonostante gli spazi ristretti sono affidati i numeri più corali e trascinanti dello spettacolo. Un musical più cantato che ballato ma che si fa ricordare per almeno due numeri danzanti come le festa dell’addio al nubilato e celibato dei due giovani protagonisti.
Uno spettacolo che non convince pienamente a causa di una certa prevedibilità che oramai contraddistingue certe produzioni con movimenti scenici sempre uguali a se stessi, impianto luci che non colpisce mai e una recitazione sin troppo ammiccante, sopra le righe e venata di eccessiva piaggeria verso il pubblico.
Rimaniamo immalinconiti da un format di spettacolo pigro, che dà la sensazione di essere stato costruito e perfezionato ad hoc per un certo tipo di pubblico estemporaneo che però vista l’occasione non mancherà di riempire i teatri. E’ un obiettivo anche questo…
Titolo | Mamma Mia! |
Autore | Benny Andersson, Björn Ulvaeus, Catherine Johnson |
Adattamento | Massimo Romeo Piparo |
Regia | Massimo Romeo Piparo |
Musiche | Benny Andersson, Björn Ulvaeus, Sting Anderson |
Scene | Teresa Caruso |
Costumi | Cecilia Betona |
Coreografie | Roberto Croce |
Interpreti | Luca Ward, Paolo Conticini, Sergio Muniz, Sabrina Marciano, Elisabetta Tulli, Laura Di Mauro, Jacopo Sarno, Eleonora Facchini |
Durata | 140' |
Produzione | PeepArrow Entertainment, Il Sistina prodotto su licenza di Music Theatre International (Europe) |
Anno | 2017 |
Genere | Musical |
Applausi del pubblico | Fragorosi |
In scena | dal 6 dicembre al 7 gennaio 2018 al Teatro Il Sistina di Roma |
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