Majorana Show

Chi era Ettore Majorana e quale, tra suicidio ed esilio volontario, è stata la scelta che ha definito la sua scomparsa dalla scena pubblica? Questo l’interrogativo intorno al quale ruota lo spettacolo scritto da Claudio Pallottini e diretto da Marco Simeoli con la indiscutibile supervisione artistica di Gigi Proietti, nel tentativo di ricostruire una personalità geniale e, senza dubbio, complessa.

Nei primi mesi del 1938 Majorana parte da Napoli, dove gli era stata assegnata la cattedra di Fisica Teorica all’Università Federico II, alla volta di Palermo per passare un paio di giorni di riposo, così come gli era stato consigliato dai suoi amici più stretti. Da quel momento si perdono le tracce del fisico più geniale della generazione di Fermi, di Heisenberg e dei ragazzi di via Panisperna. Majorana esce dalla scena pubblica lasciando aperto dietro di sé uno dei misteri più appassionanti del Novecento. Le ipotesi a parte il suicidio, seguono principalmente tre direttrici. La prima si basa su alcune testimonianze della sua presenza a Buenos Aires intorno agli anni Sessanta; secondo Leonardo Sciascia nel libro “La scomparsa di Majorana”, il fisico si sarebbe ritirato nella Certosa di Serra San Bruno, per sfuggire alla vita sociale; la terza suppone che sia tornato in Germania per mettere le sue conoscenze e intuizioni a disposizione del Terzo Reich. Ipotesi quest’ultima molto più dubbia, considerata la sua naturale inclinazione alla libertà.

Le domande pressanti sul ruolo della scienza e dei limiti morali sono al centro dello spettacolo di Simeoli. La bravura del regista sta nell’essere riuscito a porre tali questioni in rilievo e nel contempo aver fatto ridere gli spettatori. Il palco è trasformato nello studio di uno show televisivo dove si ricostruisce la vicenda e la personalità di Majorana, Fermi e dei fisici dell’epoca. Il gioco teatrale è divertente, l’ironia è il fil rouge che lega il racconto documentale alla commedia e al cabaret. Tempi comici serrati rispettati dalla maestria di tutti gli attori, anche dei più giovani, lasciano spazio anche alla riflessione. Da non perdere.