«Il tempo è un grande autore, trova sempre il finale giusto». Charlie Chaplin

Londra, 1914. Il grande clown in declino Calvero salva la bella e malinconica ballerina Teresa da un tentativo di suicidio. La accoglie in casa e con pazienza e dedizione riesce a restituirle l’uso delle gambe, ritrovando così una ragione di vita. Teresa sboccerà a nuova vita e ne trarrà beneficio personale e professionale lo stesso Calvero recuperando il successo perduto nelle ombre del passato. Nonostante la differenza d’età lei si innamora del clown con un sentimento che non è pura riconoscenza, ma vero amore.

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Marianella Bargilli, Antonio Salines

Teatro e cinema sono sono mai stati tanto complementari e fusi in un unicum come in Luci della Ribalta, trasposizione teatrale dell’omonima pellicola di Charlie Chaplin, datata 1952. «Ricordo perfettamente la prima volta che vidi il film Luci della ribalta di Chaplin. Ero bambino. Erano i primi anni sessanta: gli anni in cui la RAI trasmetteva in bianco e nero, gli anni in cui, di sera, più famiglie su riunivano a casa di qualcuno che possedeva il televisore (ricordo il mitico Telefunken!) per passare una piacevole serata assieme vedendo un film o qualche teleromanzo. Ricordo, come fosse ieri, la commozione dei presenti durante la scena finale della morte di Calvero… La seconda volta che rividi il film fu in un vecchio cinema di periferia nel 1975, l’ultimo giorno in cui era consentito fumare al cinema. Ricordo la sala strapiena di spettatori avvolti da una fitta nebbia… Era percepibile una strana eccitazione: tutti i presenti si sentivano parte di una comunità che celebrava per l’ultima volta il rito di fumare in un luogo pubblico, assieme, guardando un film destinato a rimanere nella loro memoria, perché legato ad un evento fuori dell’ordinario. Ecco: Luci della ribalta, per me, è legato a questi due episodi: al ricordo di una comunità che si riunisce per condividere una forte emozione». Così il regista Giuseppe Emiliani ricorda gli incontri con il capolavoro di Chaplin, di cui Antonio Salines dopo lungo corteggiamento è riuscito ad ottenere dalla famiglia Chaplin i diritti teatrali.

luci-della-ribalta-2Ne viene fuori uno spettacolo di indubbio fascino grazie al carisma trascinante dello stesso Salines nel ruolo del clown Calvero, che domina con grazia la scena in lungo ed in largo trascinandosi dietro l’intera compagnia a partire da Marianella Bargilli in un’interpretazione un po’ troppo esangue della sua Teresa e di una regia capace di giocare su diversi piani emotivi (dal comico al drammatico) ed estetici. Il tono dello spettacolo è quello di un film in bianco e nero attraverso l’uso di videoproiezioni e quinte desautorate di colori vivaci che invece diventano protagonisti quando ‘le luci della ribalta’ si accendono durante le performance della ballerina e del Clown. Un contrasto cromatico che colpisce e rappresenta una delle più belle sorprese dello spettacolo grazie anche all’uso accorto dei colori nei costumi di Chiara Aversano. Lo spazio scenico è ben costruito e servito dalle scenografie di Federico Cautero, che attraverso veli e schermi moltiplica lo spazio scenico, permettendo una “profondità di campo” inusuale.

Nel complesso uno spettacolo che seduce, seppur senza entusiasmare, e che non trattiene una certa commozione finale.

TitoloLuci dela ribalta
AutoreCharlie Chaplin
AdattamentoEleonora Zacchi
RegiaGiuseppe Emiliani
MusicheRoberto Fia
SceneFederico Cautero
CostumiChiara Aversano
InterpretiAntonio Salines, Marianella Bargilli, Lino Spadaro, Renata Zamengo, Orazio Stracuzzi, Riccardo De Francesca, Luigi Biava
Durata105'
ProduzioneLa Contrada, Gitiesse Artisti Riuniti
Anno2016
GenereDrammatico
Applausi del pubblicoRipetuti
In scenafino al 12 Febbraio 2017 al Teatro Quirino, Roma