“Bisogna voler bene“. Queste le parole che chiudono la riduzione teatrale del romanzo “La vita davanti a se” operata da Silvio Orlando, qui nel molteplice ruolo di produttore, autore, regista ed interprete.
Un miglior auspicio non ci poteva essere per questo 2022, nonché un atteggiamento programmatico che in tempi complicati come quelli che stiamo vivendo non può che essere auspicabile.
Il romanzo pubblicato nel 1975 sotto lo pseudonimo di Emile Ajar dallo scrittore Romain Gary e vincitore del premio Goncourt nel 1977 (premio che può essere assegnato solo una volta nella vita di uno scrittore ma che Gary con l’artifizio dello pseudonimo si attribuì per ben due volte, scatenando polemiche dopo la sua morte), racconta sprazzi di vita di Momò, bambino arabo di 10 anni, allevato come un ebreo dall’ex prostituta Madame Rose, ora tenutaria di una pensione per veri e propri “figli di puttana” nel quartiere multietnico di Parigi Belleville.
Una realtà, quella della convivenza multietnica quanto mai attuale oggi, nel mondo e soprattutto in Italia, peso emotivo e politico che la riduzione del romanzo a monologo da parte di Silvio Orlando non nasconde ma neanche evidenzia, lasciando che emerga di suo, lentamente e con estrema naturalezza. Così come naturale, leggera, a tratti sardonica si sviluppa la recitazione dell’attore napoletano, una linea interpretativa che non cambia anche quando evoca le ombre peggiori della nostra storia. Aiutato in questo dall’accompagnamento musicale da parte dell’Ensemble dell’Orchestra Terra Madre, con musiche che miscelano ritmi gitani, sonorità arabe e atmosfere klezmer.
Orlando riempie la scena spoglia ma funzionale disegnata da Roberto Crea come un guitto napoletano, con movenze burattinesche ed una leggerezza che spesso contrasta con il peso delle parole pronunciate.
Ne esce uno spettacolo affascinante, sobrio ma seducente, strutturato ma non forzato, dove ogni elemento polifonico trova la sua giusta collocazione e funzionalità.
Titolo | La vita davanti a sé |
Autore | Romain Gary |
Adattamento | Silvio Orlando |
Regia | Silvio Orlando |
Scene | Roberto Crea |
Costumi | Piera Mura |
Luci | Valerio Peroni |
Interpreti | Silvio Orlando, Simone Campa (chitarra e percussioni), Gianni Denitto (clarinetto, sax), Maurizio Pala (fisarmonica), Kaw Sissoko (kora, djembe) |
Durata | 80' |
Produzione | Cardellino srl |
Organizzazione | Maria Laura Rondanini |
Anno | 2021 |
Genere | Drammatico |
Applausi del pubblico | Fragorosi |
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