«E lontano, lontano nel tempo,
l’espressione di un volto per caso
ti farà ricordare il mio volto
l’aria triste che tu amavi tanto»
L. Tenco “Lontano, lontano”
Con “La Trilogia dell’Attesa”, vincitrice del playFestival 2013 e presentato al Teatro Vascello di Roma e al Piccolo Teatro di Milano, la Compagnia Lafabbrica mette in scena tre corti teatrali di ispirazione chiaramente beckettiana. Nel primo dal titolo “Aspettando Nil”, una madre e una figlia oramai anziane aspettano colui o la cosa che le separerà; la madre, una dissacrante Elisa Bongiovanni, decide che è arrivato il momento di tagliare il cordone ombelicale con la figlia (Giada Parlanti, un’ottima performer nel controllo del proprio corpo), che darà sfogo alla fragile ribellione filiale dimostrando che ha imparato a camminare da sola. Effettivamente però solo con l’aiuto della genitrice, che per l’occasione si alza dalla sedia a rotelle, impara a camminare sui tacchi. L’arrivo di Nil le porta via, lontane dai gesti quotidiani che intrappolavano.
In “Quando saremo GRANDI!”, tre fratelli oramai vecchi, ripetono all’infinito il lo schema comportamentale, nell’attesa che arrivi la mamma: è così difficile uscire dal loop che, per esempio, la lattina del succo di frutta finisce per essere buttata sempre nello stesso punto. Infine in “Hansel e Gretel. Il giorno dopo” (originale lettura della fiaba dei fratelli Grimm), i fratellini sono ingrassati a dismisura, mangiando tutta la casa della strega. Nell’attesa che arrivi il padre a salvarli, riescono a fare prigioniera la strega, riducendola un mucchietto di ossa. Anche loro rimangono chiusi nella dimensione di attesa: non si rendono conto che la libertà è lì a portata di mano, basterebbe uscire dai loro schemi mentali, per acquistare una nuova dimensione felice.
L’attesa è lo spunto da cui far partire una ricerca che vede protagoniste le generazioni di ex-trentenni (quelli che anni fa politici e comunicatori avevano definito «i cocchi di mamma»). Arrivati alla soglia dei quaranta, continuano a rappresentare una generazione di giovani-adulti con evidenti difficoltà a trovare un proprio spazio. Come mai prima, il mutamento del modello socio-famigliare ha avuto la meglio. Sotto osservazione è dunque una generazione malata, portatrice di una malinconia di fondo.
Nell’attesa che qualcosa di meglio accada, s’invecchia aspettando che il sogno si avveri. [giovanna gentile]
Primo corto teatrale
“Aspettando Nil”
vincitore di PlayFestival 2013
vincitore di Undergroundzero Festival, N.Y., 2010
vincitore di Ermo Colle 2008
vincitore del festival “Le voci dell’anima” 2007 drammaturgia scenica di gruppo
con: Elisa Bongiovanni e Giada Parlanti
aiuto regia: Marco Canuto, Irene Veri
costumi: Valeria Bistoni
Secondo corto teatrale
“Quando saremo GRANDI!”
finalista al Festival Argot Off 2012
finalista al Premio Scenario 2009
vincitore “Teatri Abitati” 2009
da un’idea di Fabiana Iacozzilli e Linda Dalisi
con: Simone Barraco, Matteo Latino,
Ramona Nardò e Francesco Zecca (che sostituisce Matteo Latino)
regista assistente: Giada Parlanti
assistente: Emanuela Lumare
costumi: Cecilia Blixt
trucco: Erika Turella
Terzo corto teatrale
“Hansel e Gretel. Il giorno dopo”
con il sostegno di: Goethe Institut, Forte Fanfulla, Casa della Pace e Kilowatt Festival
drammaturgia scenica a cura di Francisco Espejo
con: Elisa Bongiovanni, Marta Meneghetti e Giada Parlanti
scene: Matteo Zenardi
costumi: Gianmaria Sposito
effetti speciali: Riccardo Morucci
luci: Davood Kheradmand
assistente luci: Fabrizio Cicero
vocal coach: Valeria Benedetti Michelangeli
regista assistente: Ramona Nardò
assistente alla regia: Andrea Standardi
Autore | AA.VV. |
Regia | Fabiana Iacozzilli |
Scene | Matteo Zenardi |
Luci | Davood Kheradmand, Hossein Taheri |
Produzione | La fabbrica e TSI La Fabbrica dell'Attore - Teatro Vascello in collaborazione con Centro Internazionale La Cometa, Ex Lavanderia, Sycamore T-Company |
Anno | 2014 |
Genere | tragicommedia |
In scena | Teatro Vascello di Roma |
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