In questo torrido luglio la malavita romana non sonnecchia: sono in atto faide interne e scontri fra clan rivali, si preannunciano retate e tradimenti. C’è una famiglia dedita ad affari loschi e per tentare di carpirne i segreti è necessario armarsi di scarpe comode, indossare una maschera bianca e abbandonarsi alla curiosità.
“La Fleur: Il fiore proibito” è un’esperienza di teatro immersivo, con 12 personaggi che interagiscono spostandosi attraverso spazi diversi: stanze anguste e misteriose, camere affacciate su un lungo corridoio, un atrio, due terrazze e un’area di riposo che è solo apparentemente posta “al riparo” dalla scena. Più azioni avvengono in contemporanea ed ogni spettatore è libero di decidere dove e cosa guardare: può pedinare un personaggio che lo intriga, fermarsi in un luogo o lasciarsi guidare da suggerimenti e indizi, inseguendo uno dei molteplici rivoli in cui si ramifica la trama. Ci troviamo, quasi borgesianamente, di fronte ad una casa di “sentieri che si biforcano”; sul finale l’intreccio noir si ricompone, ma ogni spettatore coglierà un aspetto parziale e soggettivo, a seconda dei tasselli che ha raccolto. Non si presenta al pubblico un racconto univoco: chi assiste crea un proprio spettacolo, che dipenderà dai percorsi che egli ha scelto, in modo consapevole o istintivo, di intraprendere.
In “La Fleur” sono gli spettatori e non gli attori ad indossare una maschera; ciò conferisce al pubblico uno status ambiguo e straniante: non rimane seduto e passivo come in una classica pièce teatrale, ma non è nemmeno parte attiva di un gioco di ruolo. Lo spettatore si trova allo stesso tempo fuori e dentro lo spettacolo: è un voyeur a cui i protagonisti si rivolgono per chiedere opinioni o aiuto, talvolta anche “rapendolo” in privatissimi tête-à-tête o, nel caso di chi acquista un biglietto “premium”, coinvolgendolo in modo più profondo nell’azione; tuttavia, ad eccezione di minimi margini di improvvisazione, il pubblico non riesce ad intervenire su una storia che mantiene una propria ineluttabile evoluzione.
Si tratta di uno schema drammaturgico dinamico e complesso, che richiede al doppio cast attoriale (i performer si alternano nelle diverse serate) grande precisione e un incastro di tempi perfetto, aiutato anche dalle virate musicali che scandiscono le scene. Dai fratelli complementari e rivali alla moglie che trama nell’ombra, dalla giovane infiltrata alla spacciatrice hippy: i protagonisti sono ben caratterizzati, così come gli spazi. Ciascun luogo conferisce un colore definito ai dialoghi e alle azioni che lì avvengono: mentre nel “bordello” si svolgono le conversazioni e gli incontri più intimi, sulla terrazza si consumano scontri violenti esaltati dal “rallenti” in una tessitura di citazioni cinematografiche da Tarantino a Iñárritu.
Se con “Augenblick” (la precedente esperienza immersiva), l’autore e regista Riccardo Brunetti aveva offerto un racconto rarefatto, claustrofobico, ossessivamente reiterato, in “La Fleur“ l’articolazione degli spazi è più ampia e meno evidente il ricorso alla ripetizione. Rispetto alla malia esoterica di “Augenblick“, la tematica più “terrena” di questo nuovo lavoro, che si rifà ai poliziotteschi anni ’70 e ai più recenti “romanzi criminali”, perde qualcosa sul piano della suggestione e della sorpresa, ma dimostra la volontà di costruire una narrazione, negandola al tempo stesso. Una sfida allo spettatore, costantemente in bilico fra godimento e frustrazione: riuscire a non farsi sopraffare dalla tentazione di rincorrere una “soluzione al giallo” che è destinata inesorabilmente a sfuggirgli.
Titolo | La Fleur: Il fiore proibito |
Autore | Riccardo Brunetti e Francesco Formaggi |
Regia | Riccardo Brunetti |
Costumi | Sandra Albanese |
Interpreti | Adriana Gallo, Adriano Salieri, Alberto Mosca, Alessandro D’Ambrosi, Alessandro Di Somma, Alfredo Pagliuca, Annabella Tedone, Anna Maria Avella, Azzurra Lochi, Chiara Capitani, Costanza Amoruso, Daniele Califano, Diego Migeni, Elisa Poggelli, Elisabetta Mandalari, Gabriella Indolfi, Giulia Scenna, Matteo Cirillo, Matteo Minno, Riccardo Brunetti, Sandra Albanese, Sarah Nicolucci, Silvia Ferrante, Valeria Marinetti |
Durata | 150' |
Produzione | Project XX1 |
Coproduzione | In collaborazione con: Associazione Culturale Controchiave, Cinecittà World, Teatro Studio Uno, Accademia di belle arti di Frosinone, Circolo degli Illuminati |
Anno | 2017 |
Genere | esperienza immersiva |
Applausi del pubblico | Ripetuti |
In scena | dal 5 al 23 luglio 2017 all'Associazione culturale Controchiave - Via Libetta 1/a - Roma |
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