“La dodicesima notte” è un «inganno prospettico».
Approdata in Illiria dopo essere sopravvissuta ad un naufragio, la giovane Viola si traveste da eunuco: il camuffamento innesca un intrigo di fraintendimenti e amori impossibili: di lei, credendola uomo, si innamora la Contessa Olivia, mentre Viola ama il Duca Orsino che a sua volta non ha occhi che per Olivia. Un aggrovigliato gioco di scambi che si complica ulteriormente con l’arrivo di Sebastiano, fratello gemello di Viola, identico a lei nei tratti e nelle vesti; intanto l’abito nero di lutto di Olivia si apre sempre più al rosa dell’amore, fino all’agnizione risolutiva.
Un classico teatrale fin da Plauto, il gioco degli equivoci, di cui la regia di Carlo Cecchi sa far affiorare gli aspetti più intriganti, anche grazie all’utilizzo di una pedana circolare mobile inserita sul palco. Elemento protagonista in una scenografia estremamente sobria con fondale blu cobalto, la pedana è utilizzata in modo parco e attento, senza eccessi, per dare risalto e immediatezza visiva ai temi forti della commedia shakespeariana: il doppio e l’ambiguità dello scambio uomo-donna, ma anche la girandola dei personaggi che si intrecciano a corte e la vitalità comica dei ruoli collaterali, tutt’altro che marginali.
Lo stesso Cecchi è sul palco, ad interpretare con perfetta ironia il maggiordomo brontolone Malvolio, tanto affettato e pieno di sé da «discutere di buone maniere con la propria ombra»: non potrà che restare vittima di una spassosa beffa, che su di lui farà effetto «come l’acquavite su un astemio». Accanto al grande attore applaudito a scena aperta, spicca la spigliata Eugenia Costantini nel ruolo di Viola. E poi Dario Iubatti (anche assistente alla regia) e Loris Fabiani, bravi e divertenti: è piacevole scorgere, rispettivamente, velati echi di Totò nella mimica e gestualità del malinconico buffone e di Giorgio Gaber nella fisionomia e rimarcata cadenza lombarda del cavaliere tontolone.
Con strumenti ed abiti contemporanei, in vista ai lati del palco pur senza essere parte attiva della scena, i musicisti eseguono dal vivo motivi composti da Nicola Piovani: più che semplici intermezzi, gli apporti musicali creano momenti da stornello e cantastorie, quasi da teatro-canzone. Insieme alla traduzione particolarmente efficace di Patrizia Cavalli, tutti gli ingredienti concorrono per cucinare la ricetta shakespeariana in una commedia vivace e riuscita.
Titolo | La dodicesima notte |
Autore | William Shakespeare |
Adattamento | traduzione di Patrizia Cavalli |
Regia | Carlo Cecchi |
Musiche | Nicola Piovani |
Scene | Sergio Tramonti |
Costumi | Nanà Cecchi |
Luci | Paolo Manti |
Aiuto regia | Assistente alla regia Dario Iubatti |
Interpreti | Carlo Cecchi, Daniela Piperno, Vincenzo Ferrera, Eugenia Costantini, Dario Iubatti, Barbara Ronchi, Remo Stella, Loris Fabiani, Federico Brugnone, Davide Giordano, Rino Marino, Giuliano Scarpinato |
Durata | 160' |
Produzione | Marche Teatro |
Coproduzione | Teatro Franco Parenti |
Anno | 2014 |
Genere | commedia |
Applausi del pubblico | A scena aperta |
In scena | dall'8 al 20 marzo 2016 al Teatro Eliseo - Via Nazionale, 183 - Roma |
Nessun commento