La grande diva dell’Ottocento, prima vera star contemporanea, non è l’attrice paludata ed ampollosa che ci potremmo immaginare. È egocentrica e capricciosa, certo, ma energicamente anticonformista. Secondo la madre, le manca ogni qualità che si conviene a una signora: la bellezza, le buone maniere, il dono di conquistare gli uomini. Sarah è magra e con il naso pronunciato, ha un carattere forte e ribelle, dà scandalo ed inanella relazioni complicate con i vari amanti. Con determinazione diventa attrice, arrivando ad interpretare perfino ruoli da uomo, come Amleto. Sarah Bernhardt crea da sé, inventandosela sul palco, la propria bellezza; ha, soprattutto, ciò che la rende una figura tanto moderna: l’ironia, cinica e salace.
Nel 1922 “La divina Sarah” è un’attrice sul far del tramonto: il diciannovesimo secolo, che ha consacrato i successi della Bernhardt, è ormai lontano. Le luci multicolor della scenografia a tratti infuocano il paesaggio come un inferno di lava, la fredda teoria di portici sembra disegnare una raffica di ghigliottine e il disco piatto del sole si sposta lentamente come un’enorme pendola. Gli scienziati hanno scoperto che il sole non brucerà per sempre; ed anche “l’immortale” Sarah deve fare i conti con l’umana caducità.
Pur non calcando più i palcoscenici, continua a recitare: il pretesto è ricostruire le proprie memorie, dettandole al fedele segretario Pitou. Per ravvivare i ricordi, la strana coppia comincia a metterli in scena: vivaci siparietti metateatrali in cui Sarah interpreta se stessa in differenti momenti della vita, ed anche il riluttante Pitou si improvvisa attore, impersonando i ruoli più disparati, dalla suora all’impresario americano.
Se i chiaroscuri di Anna Bonaiuto fanno vivere, respirare, una grande Sarah Bernhardt, Gianluigi Fogacci esalta i risvolti comici dello spettacolo, sguazzando elasticamente da un personaggio all’altro con una sorprendente verve istrionica, che il testo di John Murrell e la regia di Marco Carniti fanno emergere pienamente. Prima ancora che il ritratto di un’attrice “La divina Sarah” è un omaggio al teatro: e sa prenderlo in giro, con affetto.
Titolo | La divina Sarah |
Autore | da Memoir di Sarah Bernhardt di John Murrell |
Adattamento | Eric-Emmanuel Schmitt |
Regia | Marco Carniti |
Musiche | Paolo Daniele |
Scene | Francesco Scandale |
Costumi | Maria Filippi |
Interpreti | Anna Bonaiuto e Gianluigi Fogacci |
Durata | 80' |
Produzione | Teatro e Società |
Applausi del pubblico | Ripetuti |
In scena | dal 21 al 26 febbraio 2017 al Teatro India - Lungotevere Vittorio Gassman - Roma |
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