Le due sorelle Rentheim sono sulla scena. Manuela Mandracchia e Lucrezia Lante della Rovere si dividono molte cose: il palco, il figlio Erhart e l’amore di un uomo John Gabriel Borkman. Borkman è un brillante banchiere, incorso in un fallimento finanziario di grandi dimensioni. Scontati otto anni di carcere, decide poi di rinchiudersi nella sua stanza, per altri otto. Unico amico che, nel corso del tempo, è ammesso nella sua casa è Foldal; entrambi sono creatori di qualcosa d’irrealizzato: il primo si sente castrato artefice di un futuro di progresso, il secondo autore incompreso di un testo mai pubblicato.

Intorno, l’amore delle due sorelle, gemelle, entrambe innamorate di Borkman – ma solo una delle due sua legittima moglie – che cercano, ognuna a proprio modo, di conquistarsi l’amore del giovane figlio Erhart. Massimo Popolizio è il perno di tutto lo spettacolo: quando non è fisicamente sul palco, si attende, impazienti, la sua importante e fondamentale presenza. Quando si destreggia, finalmente in scena, con la mimica che gli è propria, nel ruolo del banchiere, la pièce respira della sua maestria.

In un allestimento volutamente semplice del regista Piero Maccarinelli, le vicende e le parole scorrono senza intoppi. Le conversazioni, a metà tra serio e faceto, tra Borkman-Popolizio e Foldal-Avogadro sono, senza dubbio, il momento più riuscito dell’intero spettacolo.

Fluidi movimenti sulla scena vanno a comporre in diverse circostanze veri e propri quadri, che regalano eleganza visiva al geniale testo di Ibsen.

TitoloJohn Gabriel Borkman
AutoreHenrik Ibsen con l'adattamento e la traduzione di Claudio Magris
RegiaPiero Maccarinelli
MusicheAntonio Di Pofi
SceneCarlo De Marino
CostumiGianluca Sbicca
LuciUmile Vainieri
InterpretiMassimo Popolizio, Lucrezia Lante Della Rovere, Manuela Mandracchia
ProduzioneArtisti Riuniti in collaborazione con Teatro Eliseo
Anno2012
Generedramma
In scenafino al 4 novembre 2012 al Teatro Eliseo di Roma