Il teorema della rana

La locandina

In tempi di crisi dello spettacolo dal vivo, di Covid, di recessione economica imperante e bollette di luce e gas alle stelle, perché negarsi un “piccolo aiutino” dallo Stato, sotto forma di sovvenzione, contributo o perché no pensioncina di invalidità. Giusto per tirare il fiato, sopravvivere alla bufera imperante, tirare a campare finché le cose non si aggiustano. Certo il lato oscuro della questione sono i moduli da compilare, i call center da affrontare, i piccoli e grandi legacci della burocrazia in cui ognuno, nessuno escluso, vi è rimasto imbrigliato almeno una volta nella vita. Ma tutto si affronta, quasi tutto si supera grazie ad una piccola bugia, uno scambio di persona, una truffetta di tanto in tanto, più o meno aggravata…
E quando tenti di uscirne fuori in qualche modo, ecco che tutto ti si rivolta contro. E l’effetto è esilarante, soprattutto a teatro nella irresistibile commedia di N.L. White “Il teorema della rana”.

Ambientato ai giorni nostri, ed aggiornato alla situazione italica, la commedia è una irrefrenabile slapstick comedy di stampo cinematografico, dove la comicità è basata in gran parte sulla fisicità ed il movimento, con azioni talmente sopra le righe da sfiorare il surreale. E qui tra scambi di persona, fraintendimenti e situazioni grottesche che si accavallano rincorrendosi vicendevolmente, la risata è un fiume in piena che travalica il palcoscenico riversandosi in platea.

Attori affiatatissimi che si divertono in scena, la regia di Luca Ferrini che dirige in punta di cronometro le numerose entrate ed uscite di palco, concorrono a costruire uno spettacolo che è una vera e propria corsa sulle montagne russe, senza un attimo di pausa e respiro, per attori e spettatori, che seduce, colpisce, affonda.

Un obiettivo si pone: sano ed intelligente divertimento. Centrato pienamente.