Adenoid Hynkel è un uomo iracondo, egocentrico, megalomane, presuntuoso, vanitoso. È a capo di una grandegrande dittatore poster nazione europea, la Tomaia, non nasconde mire espansionistiche sui paesi vicini come l’Ostria e coltiva un grande desiderio: diventare il Dittattore del Mondo. Lui, occhi scuri e capelli bruni, sogna un Paese abitato da una razza perfetta: alti, biondi, di sana e robusta costituzione con gli occhi azzurri. Per questo progetta di eliminare dalla faccia della terra tutti i bruni e se poi sono ebrei, ebrei-bruni o bruni-ebrei, tanto meglio! Ha un unico grande amico di cui però nutre una stima assai limitata: Bonito Napoloni, dittatore di Batalia.

Se qualcosa di tutto ciò vi suona familiare…. AVETE RAGIONE! Charlie Chaplin nel 1940 scrisse, diresse ed interpretò quello che viene giudicato come la miglior battaglia vincente contro il Nazismo: prendere il capo Supremo e ridicolizzarlo all’interno di una farsa dai toni chiaroscurali; smascherare la teatralità dei regimi, riprendendone gli stilemi e de-strutturarli attraverso lo scherno, la burla.

Oggi Massimo Venturiello ripropone per la prima volta sulla scena teatrale l’opera di Chaplin attraverso una commedia musicale dal sapore brechtiano. Lo spettacolo è costruito su due gruppi contrapposti: gli ebrei tedeschi confinati all’interno del ghetto e sottoposti a soprusi di ogni sorta; i tedeschi nazisti con le loro camice grigie e la doppia croce al braccio, ai comandi di un Megalomane che aveva un Sogno per pochi ed un Incubo per Molti. Venturiello costruisce lo spettacolo giocando sullo scontro e contaminazione tra i due gruppi e sulle reciproche dinamiche interne. A dettare i ritmi di una narrazione non puramente rappresentativa ma fattiva la scenografia essenziale, costruita attraverso una struttura modulare e praticabile che si trasforma in una grande, immensa Svastica che domina la scena nella seconda parte dello spettacolo; paradossalmente quando lo spettacolo dai toni cupi e drammatici del primo atto, vira energicamente verso la farsa. Un colpo al cuore del sistema totalitario per eccellenza.

Massimo Venturiello e Lalo Cibelli (foto Federico Riva)

Massimo Venturiello e Lalo Cibelli (foto Federico Riva)

Venturiello è uno strepitoso Hynkel e un affabile barbiere ebreo, in una duplice interpretazione che strappa applausi a scena aperta. Tosca è Hannah, la giovane sbandata che trova rifugio nell’affetto del timido barbiere e che con la sua voce potente ed espressiva colora di musica e parole la vicenda. Ma è tutta la compagnia a muoversi e divertirsi intorno ai due protagonisti, con movimenti scenici e ritmi esemplari come i meccanismi di un orologio ad altissima precisione. Citazione a parte merita Lalo Cibelli, strepitoso nei panni del dittatore romagnolo Bonito Napoloni, che con l’Hynkel di Venturiello intraprende una serie di dispute verbali e fisiche memorabili. Alla fine applausi fragorosi e strameritati! Chapeau!

TitoloIl grande dittatore
AutoreCharlie Chaplin
AdattamentoMassimo Venturiello
RegiaGiuseppe Marini, Massimo Venturiello
MusicheGermano Mazzocchetti
SceneAlessandro Chiti
CostumiSabrina Chiocchio
SuonoAntonio Lovato
CoreografieDaniela Schiavone
LuciUmile Vaineri
InterpretiMassimo Venturiello, Tosca, Lalo Cibelli, Camillo Grassi, Franco Silvestri, Sergio Mancinelli, Gennaro Cuomo, Nico Di Crescenzo, Pamela Scarponi, Alessandro Aiello
Durata115'
ProduzioneSOCIETÀ PER ATTORI con la collaborazione di CONSULTINVEST
Anno2016
GenereCommedia Musicale
Applausi del pubblicoFragorosi
In scenafino al 6 marzo 2016 al Teatro Eliseo di Roma