Hamlet

Julia*n Meding in scena

«Questo non è uno spettacolo teatrale. Non è neanche una performance. Questo non è un concerto. Questa non è la vita vera. E questa non è la realtà». Messi in chiaro i presupporti iniziali, Julia*n Meding, performer e musicista elettronico, nei panni di un Amleto contemporaneo che si ribella alla realtà permette allo spettatore di entrare nel suo mondo. Scritto e diretto da Boris Nikitin “Hamlet” non riadatta il testo shakespeariano ma se ne appropria.

Meding/Hamlet canta, ricorda, rivive la pazzia e insieme la mostra sullo schermo, sbattendo in faccia al pubblico la realtà della pazzia mostrando dei video realizzati in un ospedale tedesco. Scrive Nikitin: «Facciamo riferimento all’originale, ma questa è un’opera completamente nuova… Ricorriamo ad Hamlet per mettere in gioco l’idea di realtà, illusione, salute, malattia».  Accompagnata dal pluripremiato quartetto d’archi Der Musikalische Garten che suona dal vivo, la performance incrocia teatro musicale punk-queer e documentarismo. Il protagonista mette a nudo se stesso, il proprio corpo, la sua biografia agli occhi del pubblico senza remore, coinvolgendo, spiazzando nel suo essere costruita intorno a un protagonista totalizzante, candido e insieme indurito dalla vita: senza ombra di dubbio amletico.

È Amleto? È Meding? È soltanto un gioco? La risposta è una sola: è teatro.