Bravi gli attori. Di solito è la conclusione di una recensione che manda in bestia gli attori stessi.
In questo caso, “Gli innamorati” rappresentato a Roma al teatro Vascello è il giusto e doveroso incipit di una spettacolo indubbiamente riuscito soprattutto per la capacità degli interpreti. Tutti sono nella parte, sobri ma definiti nel carattere, personali ma non strabordanti, in una parola efficaci. Talmente efficaci da rendere questo testo di Goldoni moderno, modernissimo. Va da sé che si parla d’amore ma senza alcun sentimentalismo, senza volgarità: non siamo in televisione in un talk show, siamo a teatro e la penna è di Goldoni…
Più si ama più si soffre e appena ci si sposa finisce la passione. E allora perché questa eterna pantomima?
Il ritmo e l’ironia che rendono la rappresentazione viva e brillante, sono sottolineati da una regia intelligente e maliziosa nell’intrecciare e visualizzare il sottotesto dell’opera. La scenografia semplice e delicata accompagna lo spettatore in un Settecento immaginario e senza tempo.
Era sabato sera, c’erano le partite in contemporanea e il teatro era pieno.
La qualità, a volte, paga.
Titolo | Gli innamorati |
Autore | Carlo Goldoni |
Regia | Andrée Ruth Shammah |
Musiche | Michele Tadini |
Scene | Gian Maurizio Fercioni |
Costumi | Gian Maurizio Fercioni |
Luci | Gigi Saccomandi |
Interpreti | Marina Rocco, Matteo De Blasio, Roberto Laureri, Clorinda Elena Lietti, Alberto Mancioppi, Silvia Giulia Mendola, Marco Balbi, Andrea Soffiantini |
Produzione | Teatro Franco Parenti |
Genere | commedia |
Applausi del pubblico | Scroscianti |
In scena | Teatro Vascello dal 7 al 17 aprile 2016 |
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