Fratelli d’Italia

Il titolo “Fratelli d’Italia”, unito alla locandina con la bandiera tricolore, potrebbe far pensare ad un cabaret alla buona, in salsa patriottica e vagamente destrorsa. Si tratta invece di un gradevole spettacolo musicale, scritto da Augusto e Toni Fornari e portato in scena dai “Favete Linguis”: trio composto dai fratelli Stefano ed Emanuela Fresi assieme allo stesso Fornari, che ne cura anche la regia.

Il Trio, che si è costituito nel 1995 ed ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche, prende il nome da un’espressione latina resa celebre da Orazio e Ovidio, che potremmo tradurre con un ironico «Statevi zitti!». In effetti, più che parlare, il gruppo, che si ispira alla tradizione delle parodie canore del Quartetto Cetra, preferisce esprimersi cantando e cantando di tutto: non solo le canzonette della musica leggera, ma anche sigle storiche della tv e i motivi più celebri dei musical firmati Garinei e Giovannini, fino ad arrivare all’opera lirica o ai cartoni animati della Disney. Il canto è un mezzo per divertire e raccontare l’Italia del passato e di oggi, fra crisi e multe, cuochi superstar e orgoglio garibaldino, falsi invalidi e furbetti all’italiana. Per l’occasione al Trio si aggiunge un altro fratello, Augusto Fornari, nella parte dell’ubriacone guastafeste: una presenza necessaria per spezzare il clima nostalgico e dissacrare il vecchiume del Trio con gustosi interventi, come la rivisitazione dell’inno padano o la ricostruzione pseudoscientifica dei meccanismi del desiderio maschile.

“Fratelli d’Italia” è uno spettacolo all’apparenza semplice, ma dietro cui si nasconde padronanza vocale (sia a livello di intonazione che di intrecci armonici) e alcune chicche: l’omaggio a Petrolini, allestito con una valigia di arnesi da artisti di strada e il concerto per quattro mani e un dito con l’accompagnamento al pianoforte che diventa un vero e proprio inseguimento. Per un’ora e mezza di comicità lieve e garbata.