Non è un semplice spettacolo teatrale, ma un’esperimento, una scommessa. E’ anche un rischio che ha preso il registra Cristian Giammarini, nel voler creare uno spettacolo teatrale fruibile da udenti e non udenti. E la scommessa è vinta già per la presenza in sala di molti non udenti, pronti a godersi una pièce teatrale che abbatte le barriere. Il protagonista Giorgio Lupano per 14 mesi ha appreso il linguaggio LIS, fornendo un’interpretazione unica crossmediatica e intensa al pari di Rita Mazza, totalmente non udente ma con una carriera di attrice internazionale (in Italia non esistono compagnie teatrali per non udenti se non amatoriali) e un’intensità paragonabile alla Marlee Matlin del film.
Prima di diventare un film (per cui la Martin vinse l’Oscar a soli 21 anni), “Figli di un dio minore” è una pièce teatrale rappresentata con successo in America e una sola volta in Italia nel 1980 (in lingua originale). Il testo racconta dell’amore fra il professore logopedista James Leeds e Sara, una non udente diversa da tutti gli altri, intransigente verso gli udenti al punto da rifiutarsi di parlare o leggere il labiale, usando esclusivamente la lingua dei segni. Il professore si innamora di questa complicata donna al punto da sposarla e andare a vivere con lei, nonostante le evidenti difficoltà. L’intreccio narrativo coinvolge il preside della scuola, che si pone contro il rapporto d’amore fra i due protagonisti, sia i ragazzi della scuola contrari alla relazione, vista la diversità così grande tra i due e la figura della madre di Sara logorata dai sensi di colpa. Fulcro di tutta la storia è il dialogo finale in cui Sara chiede a James di tradurle in segni il discorso per i diritti di pari opportunità lavorative dei non udenti. Lei definisce il linguaggio dei segni il migliore e James, stanco di segnare ogni parola per lei, esplode urlando la voglia di unire le comunicazioni tra di loro, fino a riuscire a far parlare Sara.
La messa in scena è ben strutturata, con il protagonista che segna i dialoghi nella quasi totalità dello spettacolo e il resto viene raccontato per immagini tramite ombre cinesi e proiezioni. Un modo per rendere la vicenda fruibile da chiunque. Un esperimento riuscito e da ripetere. Giorgio Lupano si dimostra un’attore maturo (e il confronto con il William Hurt del film era pesante) e Lugano fornisce una prova attoriale con la maiuscola sia nei momenti brillanti e in quelli drammatici. Non sono da meno Rita Mazza espressiva senza praticamente mai emettere suono e tutti gli altri attori udenti e non. Le scene sono funzionali alla comprensione dello spettacolo e la regia è discreta e funzionale. Scommessa vinta sotto tutti i sensi, con la sala piena di udenti e non udenti. Al termine dello spettacolo Lupano fa calare il silenzio, invitando tutto il pubblico a muovere le mani in alto. Spettacolo da sostenere, oltre che per la qualità anche per la rivoluzione comunicativa che propone.
Luca Casciola
Titolo | Figli di un Dio minore |
Autore | Mark Medoff |
Regia | Marco Mattolini |
Musiche | Daniele D’Angelo |
Scene | Andrea Stanisci |
Costumi | Andrea Stanisci |
Luci | Francesco Traverso |
Aiuto regia | Cristian Giammarini |
Interpreti | Giorgio Lupano, Rita Mazza, Cristina Fondi, Francesco Magali, Gianluca Teneggi, Deborah Donadio. Interpreti LIS: Giorgio Lupano, Vincenzo Speranza |
Produzione | Artisti associati, Officine del teatro italiano Istituto statale per sordi Roma |
Anno | 2015 |
Genere | drammatico |
Applausi del pubblico | Ripetuti |
In scena | Dal 10 al 23 Novembre 2015 al Teatro Sala Umberto |
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