Fausto e gli Sciacalli era il nome del gruppo che nei mitici Anni Ottanta riscosse un incredibile successo, rimanendo per ben otto settimane in vetta alle classifiche dei dischi più venduti con la hit “Annalisa”. Poi, la sera stessa del loro trionfale concerto a Capri, la sparizione del batterista Elmore causa lo scioglimento della band. Il resto del gruppo, composto dal solista Fausto, il bassista Gennaro e dalla corista Ottavia, si ritrova a vivere ai limiti della sopravvivenza, lungo la Casilina quartiere periferico di Roma.
Fausto, sposato con Ottavia ed un figlio di nome Elvis, sbarca il lunario nei mercati rionali vendendo oggetti di indubbio gusto e sostanza; assiste Gennaro, vigile urbano in preda a crisi depressive che lo hanno reso uno zombie, nonostante la giovane moglie che per attirare le sue attenzioni si è spinta a rifarsi il seno. Disperati che vivono all’ombra di un passato che è allo stesso tempo sogno svanito ed incubo ricorrente; fino a quando Elmore non riappare scombussolando per la seconda e forse definitiva volta le loro esistenze.
“Fausto e gli Sciacalli”, commedia del prolifico Gianni Clementi che torna dal Teatro Ghione dopo il successo riscosso presso la Sala Umberto di Roma, è costruita intorno all’eclettismo dei protagonisti Paolo Triestino e Nicola Pistoia, che curano anche la regia. Il trio, dopo il successo teatrale e cinematografico di “Ben Hur“, tornano insieme in una commedia tra luci e ombre. Lo spettacolo della durata di due ore abbondanti, si compone di 75 minuti di drammaturgia, tra avvenimenti che costruiscono e spiegano i vari personaggi sospesi tra un luminoso passato ed un nebuloso presente e punti di svolta costellati da imprevedibili colpi di scena. E almeno 45 minuti di riempitivo: con riempitivo si intendono gag reiterate, divagazioni inutili, battute prevedibili con l’unico scopo di costruire un clima di simpatia verso il pubblico. Il tutto condito da una recitazione sin troppo urlata con un insolitamente poco controllato Triestino in testa, al contrario dell’esuberante Pistoia qui insolitamente pacato e vero deus ex machina della commedia.
Tutto dipende dal testo che straborda, mancando una regia forte e convinta, vero problema della commedia che procede a singhiozzi tra prevedibilità e momenti di noia. Anche la commistione tra toni grotteschi, venature drammatiche e colpo di scena finale, non risultano pienamente miscelati tra loro, susseguendosi in maniera meccanica e sin troppo farraginosa. Per uno spettacolo che ha un senso di incompiutezza ridondante.
Titolo | Fausto e gli Sciacalli |
Autore | Gianni Clementi |
Regia | Paolo Triestino, Nicola Pistoia |
Musiche | Stefano Fresi, la canzone Arianna è di Stefano D'Orazio e Roby Facchinetti |
Scene | Alessandra Ricci |
Costumi | Sandra Cardini |
Luci | Luigi Ascione |
Interpreti | Paolo Triestino, Nicola Pistoia, Eliosabetta De Vito, Ciro Scalera, Loredana Piedimonte, Ariele Vincenti |
Durata | 120' |
Produzione | Diaghilev |
Anno | 2015 |
Genere | Commedia |
Applausi del pubblico | Ripetuti |
In scena | fino al 15 Maggio 2016 al Teatro Ghione di Roma |
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