Amore, ossessione, orrore, tormento. Questo rappresenta nell’immaginario collettivo la figura di Edgar Allan Poe, poeta, saggista e romanziere americano, universalmente considerato il padre del gotico americano. La sua figura, la sua opera e le sue ossessioni sono oggi protagoniste di “Edgar Allan Poe” uno spettacolo inusuale e coraggioso, un affresco gothic-rock multimediale, in cui tre attori, sei danzatori ed un acrobata, per settanta minuti approntano un viaggio fatto di musica, immagini e parole.Orrore e passione, incubo e romanticismo sono i poli al cui interno il regista Alessandro Prete guida i protagonisti: l’opera del romanziere è la fonte per la sceneggiatura, costruita come un patchwork da Elettra Dafne Infante che ha pescato tra poesie, romanzi e racconti. Sul palcoscenico il testo prende vita con Pino Insegno (che dopo 30 anni di televisione e doppiaggio torna al teatro con un progetto cullato, coltivato e curato da una vita), nei panni di Poe, con Alessia Navarro in quelli dell’amata Eleonora e con Andrea Murchio nel fedele servitore/confessore/consigliere. Il testo è accompagnato e coreografato da danzatori e acrobati che ballano al ritmo di un rock duro e puro (gli Evanescence su tutti).
Eppure, nonostante le evidenti buone intenzioni, lo spettacolo non funziona. I tre elementi (recitato, danza e proiezioni multimediali a costruire le scenografie) non riescono mai a miscelarsi in maniera fluida e funzionale e appaiono come tre corpi estranei che tentano di interagire l’uno con l’altro, venendo però continuamente respinti come l’acqua con l’olio. La recitazione è accademica, urlata, monotona, estraniante e non riesce a far apprezzare la poesia del testo; la colonna sonora è costruita con successioni di brani senza comporre alcun climax emotivo; i danzatori si arrabattano in coreografie senza troppe pretese (anche se rimane la parte migliore dello spettacolo) mentre i filmati multimediali che dovrebbero “rendere manifesta” l’interiorità tormentata dei protagonisti, sembrano estratti di una brutta serie televisiva. Forse c’è bisogno di maggior rodaggio, anche se dalle parole di Insegno a fine spettacolo si evince una lunga tournèe alle spalle e future date persino a casa del romanziere americano a Baltimora. Peccato.
Titolo | Edgar Allan Poe |
Regia | Alessandro Prete |
Scene | Marco Calzavara |
Costumi | Gisa Rinaldi |
Coreografie | Alessandra Bianchini |
Luci | Stefano Valentini |
Interpreti | Pino Insegno, Alessia Navarro, Andrea Murchio, Alessia Cotigni, Luciana Fuzetti, Michelle Vitrano, Carlotta Ballanti, Carlo Pucci, Ivan Piccioli, Paolo Ladisa |
Produzione | Isola Trovata |
Anno | 2013 |
Genere | Recital |
Applausi del pubblico | null |
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