Sogno o realtà? Delirio di una mente malata o diario di un viaggio incredibile, ai confini della realtà? Sono i due poli all’interno dei quali lo spettatore viaggia, trasportato da un racconto straordinario eppur così vero, che sembra uscito dalla fantasia di Wim Wenders o Terry Gilliam.In un camerino dell’Alhambra Music Hall di Londra, la diva più acclamata, discussa e vagheggiata dell’inizio del ‘900, inizia a raccontare la storia della sua rocambolesca vita: il trapezio, la gloria, ma anche la nascita da un gigantesco uovo, l’adolescenza in un bordello fino a quando a 14 anni prima un dolore tra le scapole ed una peluria leggera poi, non segnalano la presenza di qualcosa che la fa assomigliare ad un angelo del paradiso o ad una creatura infernale: un paio d’ali.
Spettacolo liberamente ispirato al romanzo cult della più stravagante e visionaria scrittrice inglese nota come uno degli emblemi della letteratura femminile del nostro secolo, Angela Carter, “La Donna Alata” è una prova d’attrice per la protagonista Federica Restani, che nell’arco di un’ora fa rivivere un’epoca, puntando sui dettagli di una scenografia povera ma essenziale ed sul potere evocatorio e drammaturgico della parola.
Un racconto di deformità e alienità, capace di andare oltre l’apparenza. Puntando sul coraggio e l’amore come strumento di “conformismo”, permette di superare e ridere della deformità e trasforma il diverso da un emarginato in mito, attraverso un epico e rocambolesco riscatto.
Uno spettacolo imperfetto, ma dotato di un indubbio fascino strisciante.
Titolo | Donna alata |
Regia | Raffaele Latagliata |
Scene | Gianluca Spiaggiari |
Costumi | Nicola Ciulla, Bledar Blequo |
Interpreti | Federica Restani |
Produzione | ars.creazione e spettacolo |
Anno | 2012 |
Genere | Monologo |
Applausi del pubblico | null |
In scena | fino al 13 novembre 2012| Teatro Belli in Roma |
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