«Era l’estate del 1963…» e nell’America conformista degli anni Sessanta cominciavano a soffiare i venti di libertà e rivoluzione sociale, che scoppieranno l’anno successivo con la morte del Presidente Kennedy e l’irrompere dei Beatles nella scena musicale.

“Baby” Francisc Hausman si reca con la famiglia in un resort di montagna per trascorrere le vacanze estive. Quell’estate segnerà per lei il passaggio ad un’età adulta e più consapevole. Nel resort infatti incontra un maestro di ballo di cui s’innamora e avrà modo di relazionarsi con i reali problemi del mondo, una realtà a lei finora sconosciuta, avvolta com’è nella bolla protettiva del suo benessere alto-borghese. Romanticismo, idealismo e sensualità si amalgamano in una rilassata atmosfera estiva.

L’autrice di questa storia resa famosa dal film del 1987 con Patrick Swayze e Jennifer Grey è Eleanor Bergstein. Ed è ancora una volta la signora Bergstein a supervisionare la versione italiana del musical, che ha riscosso già largo seguito durante l’estate nelle date di Milano e Verona, ed è in scena a Roma dal 13 Novembre al Gran Teatro. Una produzione Wizard diretta da Federico Bellone (“A qualcuno piace caldo”, “Flashdance”), con le scenografie girevoli che portano la firma di Gillian Bruce.Dirty-Dancing poster Nel ruolo di Baby si esibisce la romana Sara Santostasi, mentre l’atletico Gabrio Gentilini (già Tony Manero nella “Febbre del sabato sera”), è Johnny (ruolo che fu di Swayze) e Lorella Boccia la nuova Penny, mentre Renato Cortesi e Nicoletta Ramorino interpretano l’anziana coppia degli Shumacher: nel loro piccolo ruolo rappresentano il climax recitativo dell’intero spettacolo.

I dialoghi sono tradotti da Alice Mastroni, che si mantiene fedele alla versione cinematografica. La colonna sonora, con brani come “Time of my life” vincitore di un Oscar e un Golden Globe, “Hey baby”, “Hungry Eyes” e tanti altri, sono eseguiti dal vivo da un’orchestra di cinque elementi. Rispetto al film nel musical trovano maggiore spazio i temi sociali del razzismo e della guerra, eppure queste tematiche non vengono poi armonizzate con il resto della storia e la sensazione finale è che siano delle aggiunte per lo più superflue. Il momento topico del musical è concentrato nella scena finale in cui il ballerino torna a rivendicare i suoi diritti e a presentare il ballo di chiusura della stagione estiva accompagnato dalla nuova partner Baby. La scena è rigorosamente rispettata, con tanto di presa finale, eseguita tra il pubblico in sala. Per buona pace delle donne in platea.

Se consideriamo che il cast non eccelle per qualità recitativa, il ballo finale risulta oltremodo atteso. Ripaga dei soldi spesi per il biglietto e ha la capacità di proiettarci dentro lo spettacolo come veri protagonisti. E la lacrimuccia non stenta a venire giù. Dopo aver sonnecchiato un po’, alla fine avresti voglia di alzarti e celebrare ballando questo trionfo dell’amore e dei buoni sentimenti.

TitoloDirty Dancing
AutoreEleanor Bergstein
AdattamentoAlice Mistroni
RegiaFederico Bellone
MusicheAA.VV.
SceneRoberto Comotti
CostumiJennifer Irwin
SuonoArmando Vertullo
CoreografieGillian Bruce
LuciValerio Tiberi
InterpretiSara Santostasi, Gabrio Gentilini, Federica Capra, Simone Pieroni, Mimmo Chianese, Irene Urcioli, Natalia Magni, Andrea Tibaldi, Marco Stabile, Daniela Pobega, Renato Cortesi, Nicoletta Ramorino, Todd Hunter, Giuseppe Verzicco
ProduzioneLionsgate, Cornerstone, Wizard Productions
Anno2015
Generemusical
Applausi del pubblicoScroscianti
DanzatoriPaky Vicenti, Sara Marinaccio, Giulia Patti, Josè Antonio Dominguez, Elvira Zingone, Gianmarco Capogna, Matteo Tugnoli, Gaia Barlocco, Alex Botta
In scenaGran Teatro di Roma, fino al 20 dicembre 2015