Tony Wendice è un ex giocatore di tennis che ha sposato una donna bella e ricca. Con lei conduce una vita brillante e agiata. Questo equilibrio viene però messo in gioco dalla scoperta della passione che Margot, sua moglie, nutre per un americano: Mark Halliday. Il timore del divorzio, con la conseguente perdita del denaro, spinge Tony al delitto. Avvicina un vecchio compagno di college, Swann Lesgate – divenuto un avventuriero con parecchie cose da nascondere – e, col ricatto, lo induce a uccidere Margot. Ma la sera fatale qualcosa non va per il verso giusto: Margot si difende e uccide il sicario. Tony torna a casa, trova il cadavere e improvvisa un nuovo piano. Mette nella tasca del morto una lettera d’amore di Mark a Margot rubata tempo prima. La polizia verrà così indotta a credere che la donna, ricattata da Lesgate, lo abbia ucciso per difendersi. Le cose vanno nel modo sperato e il tribunale condanna Margot all’impiccagione. Ma il commissario ha fiutato qualcosa….
Accostandosi a questo adattamento teatrale di Delitto perfetto, tratto dall’omonima commedia di Frederick Knott e dalla sceneggiatura del film di Alfred Hitchcock, non si può fare riferimento a quest’ultimo, un capolavoro di cinema da camera imperniato sulla fallacità della natura umana – il delitto perfetto esiste sulla carta ma metterlo in scena comporta lo scontrarsi con la natura mendace dell’essere umano – e sull’interpretazione di Signori attori come Grace Kelly e Ray Milland.
“Quello che mi ha affascinato in questo testo – racconta il regista e protagonista Geppy Gleijeses – è la totale “amoralità” del protagonista ma anche di tutti gli altri personaggi; una delle scene più belle è quella in cui, giocando al gatto col topo, Tony rivela al compagno di università Swann che lo ha seguito ininterrottamente per un anno e Swann apprende che una persona che gli era pressocchè ignota fino a dieci minuti prima è penetrata nella sua vita. In questo intrico di scale alla Escher, che ho chiesto a Ghiglia di progettare, si dipana un gioco al massacro contrappuntato dai fastidiosi e civettuoli chiacchiericci borghesi alla Doris Day anni ’50 e, mentre galleggia la felice famigliola inglese, si annodano sciarpe per strangolare, si affilano forbici da affondare e si ingrassano corde per impiccare».
L’unità spaziale e la compressione temporale dell’opera è ben rappresentata sul palcoscenico da una serie di quadri in cui il delitto perfetto viene elaborato, illustrato allo spettatore congiuntamente al malcapitato chiamato a realizzarlo (Massimo Cimaglia), messo in scena in maniera fallace con la morte dell’aggressore da parte della vittima ( Marinella Bargilli). Indagano sull’accaduto la di lei amante (Stefano Santospago) ed il commissario Raffele Pisu.
Se la prima parte, sino al delitto, la commedia è sorretta da un gelido quanto voluto ritmo, ben calibrato dalle recitazioni di Santospago, Cimaglia e su tutti Geppy Gleijeses, nella parte dedicata all’investigazione, con l’entrata in scena di Pisu, il motore della commedia sembra andare fuori giri, il ritmo si fa lento e privo di mordente precipitando pericolosamente verso una piattezza inaspettata dalle premesse. Convince poco l’interpretazione dell’acerba Marinella Bargilli che se come presenza scenica, algida e fragile, convince mostra i propri limiti quando è chiamata a proferir parola. Incerta, emozionata al pari di Pisu – i due sono gli anelli deboli dello spettacolo – è da rimandare ad una prossima occasione.
Titolo | Delitto perfetto |
Autore | Frederick Knott |
Adattamento | Masolino d’Amico |
Regia | Geppy Gleijeses |
Musiche | Matteo d’Amico |
Scene | Lorenzo Ghiglia |
Costumi | Lorenzo Ghiglia |
Luci | Luigi Ascione |
Interpreti | Geppy Gleijeses, Stefano Santospago, Marianella Bargilli, Raffaele Pisu, Massimo Cimaglia |
Produzione | Teatro Stabile di Calabria |
Anno | 2006 |
Genere | Giallo |
Applausi del pubblico | null |
In scena | al Teatro Quirino, fino all'11 novembre 2007 |
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