«Un segno dipinto su un vetro che regge, senza sporcarlo, un segno dipinto prima su un altro vetro»
Sono creature intrappolate in un acquario, i protagonisti dello spettacolo “Del sordo rumore delle dita_trascrizione”. Alessandra Di Lernia e Salvo Lombardo non sono personaggi che dialogano, ma due voci di una stessa coscienza. Non si rivolgono l’uno all’altra: guardano nel vuoto, incapaci di comunicare. Hanno mani che tentano di esprimersi e di infrangere la barriera che li separa dal pubblico: un finestrone rettangolare, reso opaco da alcuni apporti vitali, dal vino versato, dal tocco delle dita.
Nei brandelli di testo sconnessi, accompagnati dalla solennità della musica sacra, sono nascosti nuclei di significato che rimandano a Pier Paolo Pasolini: il tempo e la morte, la dicotomia fra paure e azione, un mare che è dimensione avvolgente e materna in cui abbandonarsi come in una novella Pietà. Riconosciamo la poesia dell’episodio “La ricotta” («Vengo dai ruderi, dalle Chiese, dalle pale d’altare…»), o il finale del film “Mamma Roma”: nel corpo sdraiato, con i piedi in primo piano.
La danza delle mani fa pensare a Lutz Förster nelle coreografie di Pina Bausch, ma senza averne il carisma magnetico. L’interpretazione, forzatamente drammatica, non rende giustizia al valore penetrante del pensiero pasoliniano, rischiando anzi di cadere in una involontaria parodia dei cliché del teatro contemporaneo, inclusi i gesti enfatici e l’utilizzo enigmatico di elementi scenici bizzarri.
Non è un caso che il momento più incisivo dello spettacolo sia quello in cui la riflessione dell’autore friulano, sulla casualità e inconsapevolezza della creazione artistica, è affidata ad una voce registrata, tratta dal film “Teorema”.
Il progetto “Del sordo rumore delle dita” nasce nel 2013, in forma di performance realizzate in vari contesti urbani; è possibile che la sua odierna reclusione “in cattività”, mediante una “trascrizione” confinata nello spazio chiuso del teatro, non abbia giovato.
Titolo | Del sordo rumore delle dita_trascrizione |
Autore | testo di Alessandra Di Lernia, versi di Pier Paolo Pasolini |
Regia | Salvo Lombardo |
Musiche | Alviti, Barber, Tchaikovsky, Vivaldi |
Scene | Loris Giancola |
Suono | Mauro Buoninfante |
Luci | Valerio Modesti |
Interpreti | Alessandra Di Lernia, Salvo Lombardo |
Durata | 40' |
Produzione | Teatro Studio Krypton, Clinica Mammut |
Anno | 2014 |
Genere | drammatico |
Applausi del pubblico | Ripetuti |
In scena | fino al 15 Marzo al Teatro dell'Orologio di Roma |
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