Prendere il proprio privato, renderlo pubblico affinché la platea possa ritrovarvi frammenti del proprio vissuto.
Su questo semplice ed un po’ abusato meccanismo, è costruito il nuovo spettacolo di Riccardo Rossi con cui ripercorre vent’anni di carriera e 54 anni di vita. Si parte dai ricordi d’infanzia, con le feste del sabato pomeriggio dove dichiararsi alla desiderata fidanzatina, il primo carnevale vestito alla Zorro, fino alla gita formativa all’estero. Si prosegue con “cavalli di battaglia” come l’acquisto a Londra della famosa agenda Filofax o la ricostruzione del processo per plagio che Albano intentò nei confronti di Michael Jackson.
In un elegante abito blu notte Riccardo evoca oggetti (le figurine panini di Sandokan o la tastiera Bontempi arancione), immagini (foto di famigia come copertine del famoso Concerto n. 1 Op. 15 in C Major for piano and orchestra di Beethoven di Arturo Benedetti Michelangelo, in cui un giovanissimo Riccardo appare sullo sfondo), canzoni (“All By Myself” di Eric Carmen), seguendo una narrazione fatta di singulti vocali ed uno sguardo sardonico impietoso, che strappa più di una risata.
Luci da one-man-show all’americana, una scena povera in cui domina un imponente schermo a led che dialoga con il protagonista e strizza l’occhio al pubblico, “Così Rossi che più Rossi non si può” è uno spettacolo piacevole, divertente che corre leggero sul filo del dolce ricordo e della risata sincera e scacciapensieri.
Titolo | Così Rossi che più Rossi non si può |
Autore | Riccardo Rossi, Alberto Di Risio |
Regia | Alberto Di Risio |
Interpreti | Riccardo Rossi |
Durata | 100' |
Produzione | AB Management |
Anno | 2016 |
Genere | Monologo |
Applausi del pubblico | Ripetuti |
In scena | fino al 20 Novembre 2016 al Teatro Olimpico, Roma |
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