Squadra vincente non si cambia. Dopo il successo de I suoceri albanesi, tornano i coniugi Lucio (assessore comunale de sinistra) e Ginevra (ristoratrice da nouvelle cuisine in crisi “alla gente piace magnà molto e spenne poco; da te se spenne molto e se esce a pancia vota”) reduci dal matrimonio in Albania della figlia 17enne Camilla (Elisabetta Clementi) con l’apprendista muratore Lushan (Filippo Laganà). Camilla è incinta e la famiglia deve affrontare i problemi legati ad una allargamento internazionale comprendente l’ingombrante zio Igli, titolare di una Ditta Edile ed i vicini Benedetta, alla riscoperta di una nuova sessualità e Corrado, il vicino ex-militare precisino e formale.
Gianni Clementi, l’autore, riprende le fila delle disavventure dei diversi personaggi lì dove li aveva lasciati tre anni fa, riassumendo caratteri e psicologie (semplici ed immediate) affinchè anche chi si fosse perso il primo capitolo, possa partecipare al divertimento che la commedia assicura soprattutto nel primo atto.
Il titolo farebbe pensare ad uno spostamento di attenzione verso la coppia di adolescenti alle prese con una maternità inaspettata (Nick Hornby con Tutto per una ragazza aveva trattato con leggerezza, intelligenza e divertimento il medesimo argomento), ma nella realizzazione la coppia Pannofino-Rossi, grazie ad una complicità che trascende il palcoscenico, catalizza lo spettacolo, con le vicissitudini e le disavventure tra pubblico e privato, in cui si insinuano lo zio albanese Igli (uno strepitoso Maurizio Pepe) e i vicini Benedetta e Corrado. Lo spettacolo è costruito con una successione di quadri incorniciati dalle canzoni evergreen di Paolo Conte, in un continuo crescendo (almeno nel primo atto) di ritmo e divertimento che cattura l’attenzione del pubblico. Climax inverso invece nella seconda parte, dove la reiterazione di alcune gag e la mancanza di una nuova linfa drammaturgica, incanalano lo spettacolo in un sentiero che poco lascia alla sorpresa, congelando storia e risate.
Complessivamente una chiaroscurale ma divertente e leggera riflessione sui nostri pregiudizi, timori, contraddizioni, vizi privati e pubbliche virtù che Clementi costruisce con perizia, il regista Boccaccini confeziona con professionalità e gli attori tutti conducono in porto con affiatamento e divertimento che riescono a trasferire ad una platea che accoglie e dimostra di apprezzare con i ripetuti applausi finali.
Titolo | Bukurosh mio nipote, ovvero il ritorno dei suoceri albanesi |
Autore | Gianni Clementi |
Regia | Claudio Boccaccini |
Costumi | Francesca Grossi, Gai Mattiolo per gli abiti di Emanuela Rossi |
Luci | Gabriele Boccacci |
Aiuto regia | Daniela Moccia |
Interpreti | Francesco Pannofino, Emanuela Rossi, Andrea Lolli, Silvia Brogi, Maurizio Pepe, Filippo Laganà, Elisabetta Clementi |
Durata | 120' |
Produzione | Viola Produzioni, Società per Attori |
Anno | 2017 |
Genere | Commedia |
Applausi del pubblico | Scroscianti |
In scena | dal 19 Dicembre 2017 fino al 14 gennaio 2018 al Teatro Sala Umberto di Roma |
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