Brachetti che sorpresa!

Di sorprese ne regala poche Arturo Brachetti, a discapito del titolo dell’ultimo spettacolo in scena al Teatro Sistina. Sarà perché quando ci si appresta a vedere le performance strabilianti del grande attore-trasformista le pretese sono elevate o perché è affiancato da cinque “compagni di viaggio” dai quali si avverte, incolmabile, la distanza artistica; sta di fatto che “Brachetti che sorpresa!” alla fine lascia un sapore amaro in bocca.

Il “quick change” è meraviglioso: strabiliante ed emozionante il primo che l’artista mette in scena per dare inizio allo spettacolo e con il quale porta lo spettatore in giro per il mondo; meno coinvolgente e con qualche imperfezione il secondo in modalità “fumetto western”. Sia chiaro: in questo spettacolo Brachetti non si risparmia, regala divertenti ombre cinesi, un magico gioco di laser che si sovrappongono e danzano assieme a lui e un finale in cui diventa un emozionante “sand painter”. A fare da filo conduttore tra le singole performance, però, c’è una storia che si declina attraverso l’illusionismo e che dà spazio alle esibizioni dei cinque compagni di avventura: il giovane mago Luca Bono; Luca&Tino, con una comicità semplice ed educata, mai sopra le righe; Francesco Scimemi che propone gag dal gusto un po’ datato; il “traghettatore” della storia Kevin Michael Moore.

L’intento dell’operazione è chiaro oltre che dichiarato: riportare in vita il magico varietà.

Forse è proprio questa scelta che lascia perplessi, la volontà di resuscitare un genere forse quasi impossibile da riproporre, che schiaccia l’intero spettacolo, catapultandolo indietro nel tempo e appiattendolo su se stesso. O forse è perché quando si pensa a Brachetti ci si aspetta uno spettacolo che regali forti emozioni dall’inizio alla fine, che lasci a bocca aperta grandi e piccini, che conduca il pubblico in una dimensione ‘altra’, fantastica, in cui felicemente lasciarsi trasportare. Questa volta, purtroppo, così non è stato.