È un racconto di viaggio “Bilal”. Un paio di valigie malandate, una tanica, un faro nella notte, voci e rumori dall’esterno. Solo in scena, Bilal non è né uomo né donna, né bianco né nero: è un essere in viaggio. Nel suo monologare, la prima e la terza persona si ribaltano, la voce del giornalista e quella del profugo si confondono. Il tempo africano è un concetto relativo, fluido: non si sa quando si parte, né quando – e se – si arriverà. La direzione da seguire è ormai persa, il treno è deragliato, il taxi collettivo è affollato e perde pezzi ad ogni sobbalzo. E poi ci sono i furgoni stipati di clandestini e i barconi dei traghettatori, con il loro tragico carico di vite umane.

Il progetto di “Bilal” è nato dall’incontro della regista Annalisa Bianco con Luca Fusi, direttore degli studi dell’Ecole de Théâtre a Ouagadougou, in Burkina Faso: fra i Paesi più poveri dell’Africa, eppure caratterizzato da una grande attenzione per l’arte e la cultura. Proprio dal Burkina Faso comincia l’Odissea contemporanea di Bilal, che attraversa il deserto nigerino per giungere in Libia, al mare e infine alla gabbia di Lampedusa. Un percorso lungo e durissimo, disseminato di pericoli, torture e stenti; il cammino del migrante diventa simile a una deportazione, sottoposto com’è alle angherie dei trasportatori, alle rapine dei poliziotti, alla corruzione delle autorità locali e alle ipocrisie europee.

Con piena padronanza scenica, ora avvolto in una coperta, ora indossando una maglietta da calciatore o una parrucca da anchorman, Leonardo Capuano lavora sulle variazioni di intensità sonora, con repentini passaggi dai sussurri alle grida. Il monologo è tratto dal libro “Bilal – Viaggiare, lavorare, morire da clandestini” di Fabrizio Gatti, giornalista dell’Espresso che ha scelto di farsi ‘straniero’ fra gli stranieri, viaggiando accanto ai migranti. Nell’adattamento drammaturgico il testo tocca temi di altissimo valore umano e sociale, ma avrebbe dovuto forse essere più ricco, evocativo e articolato, per poter mantenere viva l’attenzione del pubblico in tutta l’ora abbondante di monologo.

 

TitoloBilal - Nessun viaggiatore è straniero
RegiaAnnalisa Bianco
LuciAndrea Guideri
InterpretiLeonardo Capuano
Durata75'
Produzione Produzione Egumteatro, in collaborazione con il Centre Culturele GAMBIDI di Ouagoudagou (Burkina Faso), con Lo Stanzone delle Apparizioni - Teatro Alfieri e la Regione Toscana - Sistema Regionale per lo spettacolo
Anno2014
GenereMonologo
Applausi del pubblicoRipetuti
In scenadal 20 al 22 febbraio 2015 al Teatro India - Lungotevere Vittorio Gassman - Roma