La prima stagione del nuovo teatro Eliseo, con la direzione artistica di Luca Barbareschi, si conclude con uno spettacolo fuori dagli schemi, singolare, straordinario, seducente e accattivante, che colpisce per la carica visiva ed emotiva.
Trattasi di “Arancia Meccanica“ che il regista Gabriele Russo costruisce nella riduzione teatrale che lo stesso Anthony Burgess aveva elaborato dall’omonimo romanzo del 1962, noto ai più per la riduzione cinematografica di Stanley Kubrick del 1971. Incredibilmente la riduzione teatrale non ha nulla a che invidiare al capolavoro kubrickiano. Le domande che il romanzo, la pellicola e il dramma teatrale si pongono sono le medesime: quanto è importante la libertà di scelta per l’uomo per definirsi tale? L’uomo è davvero capace di usarla? Meglio malvagi per propria scelta o retti per effetto scientifico di un lavaggio del cervello? Le risposte e le riflessioni, a teatro meglio che al cinema dove risulta preminente l’effetto fabulatorio e l’estetica di un autore quale il regista americano, sono lasciate al libero arbitrio di ognuno di noi.
La storia è nota: Alex, capo della banda dei Drughi, vive una vita fatta di droghe pesanti, violenza travolgente, vizi capitali e stupri ripetuti. Arrestato, viene sottoposto ad un trattamento coercitivo che lo trasforma in una sorta di automa, burattino inviso alla violenza nei cui confronti sviluppa riflessi repulsivi condizionati, che gli provocano malesseri fisici e psicologici. Il ritorno alla nuova vita stimolerà riflessioni etiche e morali più su chi assiste agli eventi piuttosto su chi li subisce: dal palco alla platea.
Russo per costruire il mondo allucinatorio ed allucinato di Alex, si avvale delle musiche di Morgan capace di rielaborare in chiave dissonante le melodie di Ludwig van Beethoven, delle scene modulari che nascondono invenzioni e sorprese dietro ogni quinta di Roberto Crea e delle luci stroboscopiche di Salvatore Palladino. A condire il tutto un gramelot linguistico di appy polly loggy, baboochka, grazzy, glazzy, lubbilubbing, millicente, yarballe, tolchock (per il quale al pubblico viene fornito un glossario) che nella recitazione sopra le righe degli attori (bravi tutti da Daniele Russo a Sebastiano Gavasso) diviene litania allucinogena, fondando un linguaggio sconosciuto ma comprensibile non per il significato delle parole, ma per il senso dato dal suono di quelle stesse.
Uno spettacolo affascinante, coraggioso, ipnotico, che entra dentro grazie anche alla bravura degli attori protagonisti (Daniele Russo, su tutti) che prendono lo spettatore per mano, catapultandolo nel loro universo fatto di horroshow, moloko, britva, bezoomny, malchico, yarma.
GLOSSARIO
APPY POLLY LOGGY scusa
BABOOCHKA vecchia donna
BEZOOMNY pazzo
BOG dio
BRATTY fratello
BRITVA coltello
CARMAN tasca
DEVOTCHKA ragazza
DOBBY buona
DRUGO amico
GLAZZY occhi
GRAZZY sporco
GULLIVER testa
HORROSHOW bene
LUBBILUBBING fare l’amore
MALCHICO ragazzo
MILLICENTE poliziotto
MOLOKO latte
PLATTIES vestiti
TOLCHOCK colpire
YARMA buco
YARBALLE testicoli
Titolo | Arancia Meccanica |
Autore | Anthony Burgess |
Adattamento | Anthony Burgess |
Regia | Gabriele Russo |
Musiche | Morgan |
Scene | Roberto Crea |
Costumi | Chiara Aversano |
Luci | Salvatore Palladino |
Interpreti | Daniele Russo, Sebastiano Gavasso, Alessio Piazza, Alfredo Angelici, Martina Galletta, Paola Sambo, Bruno Tramice |
Durata | 95' |
Produzione | Fondazione Teatro di Napoli |
Anno | 2013 |
Genere | drammatico |
Applausi del pubblico | Ripetuti |
In scena | fino al 15 maggio 2016 al Teatro Eliseo di Roma |
Nessun commento