Nel giorno solitamente dedicato al riposo, il Teatro Eliseo apre la stagione con una serata il cui incasso (Euro 25000) viene devoluto alle popolazioni vittime del terremoto in Centro Italia. Lo fa con un doppio omaggio al drammaturgo americano David Mamet (prossimo ospite alla Festa del Cinema di Roma): Americani in scena al Teatro Eliseo fino al 30 ottobre ed American Buffalo al Piccolo Eliseo fino al 23 ottobre.

Glengarry Glen Ross è una feroce rappresentazione del mondo degli affari (immobiliari e non) e dell’avida e competitiva società americana dei primi anni Ottanta, ma facilmente traslabile all’oggi e in ambito italico grazie alla traduzione di Luca Barbareschi e l’adattamento di Sergio Rubini (che ne cura anche la regia oltre ad essere uno dei protagonisti) e Carla Cavalluzzi. Il testo, grazie al quale il drammaturgo americano ha vinto il Premio Pulitzer, è datato 1984 mentre è stato tradotto in sceneggiatura cinematografica nel 1992 per la pellicola diretta da James Foley con Al Pacino, Jack Lemmon, Alec Baldwin e un giovanissimo Kevin Spacey.

David Mamet

David Mamet

Lo spettacolo è costruito sulla dissonanza, come un’improvvisazione jazz. Il primo atto si sviluppa lungo tre monologhi con spalla. I personaggi seduti al bancone di un bar con sguardo rivolto al pubblico, costruiscono lo scenario della vicenda. La competizione tra agenti immobiliari scatenata da un’azienda in crisi è sintomo di una società senza ideali, dove conta più l’avere dell’essere, in cui il valore di una persona è calcolato in base alla produttività lavorativa. I personaggi sono chiusi, isolati in coni di luce senza alcuna interazione l’uno con l’altro. L’isolamento implode a partire dal secondo atto, dove i sei personaggi protagonisti interagiscono tra loro alla luce di un gioco al massacro in cui si fa tutto per prevalere l’uno sull’altro, dove la dignità personale viene calpestata, dove la corsa al successo (che equivale a sopravvivenza) porta inesorabilmente all’automortificazione.

Linguaggio crudo e situazioni al limite della brutalità psicologica, sono le caratteristiche di uno spettacolo discontinuo ed imperfetto sopratutto per i protagonisti in scena: il maggior difetto è di risultare più attori che personaggi, con dialoghi e situazioni più recitate che vissute. Un difetto che colpisce più (Rubini e Montanari) o meno tutti, sicchè alla conta dei fatti il più convincente della brigata risulta il meno conosciuto Gianluca Gobbi.

Una critica alla società capitalistica secondo le intenzioni del regista Rubini, che rimangono più sulla carta che in scena, più nelle intenzioni che nella fattualità. Peccato.

TitoloAmericani - Glengarry Glen Ross
AutoreDavid Mamet
AdattamentoSergio Rubini, Carla Cavalluzzi
RegiaSergio Rubini
ScenePaolo Polli
CostumiSilvia Bisconti
LuciIuraj Saleri
Aiuto regiaGisella Gobbi
InterpretiSergio Rubini, Gianmarco Tognazzi, Francesco Montanari, Roberto Ciufoli, Gianluca Gobbi, Giuseppe Manfridi, Federico Perrotta
Durata105'
ProduzioneTeatro Eliseo
Anno2016
GenereDrammatico
Applausi del pubblicoRipetuti
In scenafino al 30 ottobre al Teatro Eliseo, Roma