Non è solo uno spettacolo quello di Aleksandros Memetaj. “Albania casa mia” è un viaggio nella sua vita. E la parola viaggio non è usata a caso, perché di questo si tratta: di un viaggio che ha permesso ad Aleksandros di vivere una vita diversa. O, meglio ancora, di viverla, una vita.
In piedi, al centro di un pannello nero sul quale è stilizzata, in bianco, la forma dell’Albania, Aleksandros è un fiume in piena. Il suo racconto è un fluire preciso e affascinante di parole. La regia di Giampiero Rappa ha incanalato l’entusiasmo e la sua indiscutibile bravura nella costruzione di uno spettacolo che rapisce, fa riflettere, fa sorridere, fa commuovere ma anche divertire e che, alla fine, riaccompagna a casa. Esattamente come un viaggio.
Quello di Aleksandros inizia nel febbraio del 1991 quando il padre Alexander Toto, trentenne, scappa da Valona assieme alla moglie a bordo del peschereccio “Miredita”, che significa “Buon giorno”, e giunge a Brindisi. Aleksandros ha solo 6 mesi. Non conosce la sua terra natia, l’Albania, perché crescerà in Veneto. Quella terra, però, gli crescerà dentro. La vedrà nei sacrifici di suo padre, nei pericoli che l’uomo ha affrontato per regalargli un futuro lontano da un Paese che non esiste più. È la determinazione e l’ostinazione di chi nasce a Valona che Aleksandros si porterà dentro e che lo guiderà nella sua vita.
“Tu non puoi fare il padre perché sei albanese”, gli urlano i compagni di scuola mentre Aleksandros cerca, col gioco, uno sprazzo di normalità e di integrazione. La stessa che aveva cercato e con la quale si era scontrato il padre appena arrivato in Veneto, in un paesino di poche migliaia di anime in provincia di Venezia. Un salto nel buio che è poi il salto fatto dalla sua famiglia, appena sbarcata da un peschereccio, da un muro alto quattro metri, inseguita dalle pistole dei poliziotti. Ed è il salto che fa Aleksandros quando racconta se stesso attraverso “Albania casa mia” e che fa compiere a chi lo ascolta. La sua è una voce potente; la gestualità non è mai eccessiva; l’espressività misurata. A soli 24 anni Aleksandros è una gran bella scoperta, sia come attore che come autore. Una bella storia, ben raccontata, regalata senza filtri né pietismi. Con generosità.
Titolo | Albania casa mia |
Autore | Aleksandros Memetaj |
Regia | Giampiero Rappa |
Aiuto regia | Alberto Basaluzzo |
Interpreti | Aleksandros Memetaj |
Produzione | Argot Produzioni |
Anno | 2015 |
Applausi del pubblico | Scroscianti |
In scena | Al Teatro Argot Studio fino al 13 dicembre 2015 |
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