Il mondo musicale, in un abito di carta. Così si riassume lo spettacolo di Ennio Marchetto. Un effetto domino che produce personaggi all’infinito fino al gran finale, la libertà assoluta. Marchetto è un trasformista dalla gestualità modulata: entra ed esce con rapidità e precisione dai personaggi, prevalentemente del mondo della musica italiana e internazionale, amplificandone tic e fisicità, con effetto comico ma rispettoso.
L’artista gioca con l’ambiguità e i doppi sensi, ma ama i suoi personaggi: si diverte ad accoppiarli per contrasto, il sacro e il profano (la suora francese che canta e la sexy star australiana Kylie Minogue), il magro e il grasso (la ballerina del can can e il lottatore di sumo), il direttore d’orchestra con Rettore e il cantante del re Matto. Esilarante la parodia di Madonna che resta sempre più nuda, fino a togliersi gli occhi dalle orbite; o di Mina, che nel cantare una canzone d’amore più che pensare ad un uomo ha in mente un bel panino con il salame… Di carta. Insomma, ce n’è per tutti i gusti. Unico Mattatore dello spettacolo: il nostro Fregoli della carta.
La prima parte è meno scorrevole, perché l’artista si concentra su singoli personaggi ed è costretto a molte uscite di scena che tolgono tensione allo spettacolo; poi, entra come in un vortice, un personaggio tira l’altro, non lascia mai la scena e lo spettatore è lì incollato alla sedia a chiedersi che altro si inventerà dopo. Brioso e frizzante, come una coppa di champagne.
Titolo | A qualcuno piace carta |
Autore | Ennio Marchetto, Sosthen Hennekam |
Regia | Ennio Marchetto |
Interpreti | Ennio Marchetto |
Produzione | Terry Chegia |
Anno | 2010 |
Genere | Monologo |
Applausi del pubblico | null |
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