Cosa significheranno mai i numeri 456? Lo si scopre solo alla fine, quando tutto assume una luce diversa. Un padre, una madre e un figlio sono in cucina intenti a organizzare una cena, ad aspettare un ospite che cambierà loro la vita. In realtà i tre si odiano, si detestano tra preghiere e litigate furibonde. In una scena chiusa che ricostruisce (anche nell’odore) l’interno di una cucina, su tutto campeggiano un salame appeso su un tavolo, un orologio a cucù preso di mira a turno con delle noci e il sugo “perpetuo” della nonna morta 4 anni prima.
Il tempo infatti è il tema di questo spettacolo: il tempo che passa ma che resta uguale a se stesso; il tempo dell’attesa dell’ospite; il tempo di una teglia prestata anni prima e mai più tornata indietro; il tempo trascorso dall’ultima sigaretta fumata. E poi il tempo meteorologico coi suoi venti: la tramontana, lo scirocco, o ancora il libeccio “ca ccosa tutt’i ‘ccosi!”
E poi c’è il linguaggio a farla da padrone: un dialetto verosimile perché storpiato e non bene identificabile, un dialetto meridionale, un po’ latino e un po’ spagnolo che fa esprimere i personaggi in una maniera surreale, divertente ma anche tragica.
Il cast è formato da Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggieri, Cristina Pellegrino e Michele Nani che si passano le battute con la stessa ferocia messa nei lanci delle noci o nello scuotere dell’insaccato che penzola sulla tavola.
Un finale tragico che non lascia posto alla speranza e che non salva nessuno fa di questa una pièce drammaturgicamente impeccabile.
Titolo | 456 |
Autore | Mattia Torre |
Regia | Mattia Torre |
Scene | Francesco Ghisu |
Costumi | Mimma Montorselli |
Luci | Luca Barbati |
Interpreti | Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggieri, Cristina Pellegrino, Michele Nani |
Produzione | Nutrimenti Terrestri / Inteatro / Walsh |
Anno | 2012 |
Genere | dramma |
In scena | fino al 6 gennaio 2013 al Teatro Piccolo Eliseo Patroni Griffi di Roma |
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