Nel pieno di quel flusso di coscienza collettivo che sono i campionati del Mondo di Calcio Russia 2018 apre a Roma, con tempismo perfetto, la mostra dedicata a “Pelé & Garrincha“.
Finita la fase a gironi in piena overdose di calcio, quando capita la giornata in cui non ci sono partite e la crisi di astinenza si fa sentire, ecco l’occasione giusta per andarsi a gustare questa splendida carrellata del calcio che fu. “Pelé & Garrincha” due geni a confronto è il titolo della mostra che si svolge a Palazzo Pamphilj, nell’ambasciata brasiliana a Piazza Navona organizzata dall’Ambasciata del Brasile in collaborazione con l’Associazione Fare Cultura.
Pelé, la magia del numero dieci, Garrincha l’estro del numero sette, sono l’archetipo del calcio; Pelè la tecnica sopraffina, unita a capacità atletiche esplosive, Garrincha ingobbito sulla fascia che superava tutti gli avversari facendo sempre la stessa finta. Insieme hanno giocato 40 partite in nazionale senza mai perderne una e vincendo due Mondiali: nel 1958 in Svezia e nel 1962 in Cile. Campioni è riduttivo: due icone del calcio senza tempo, due stili differenti, due destini differenti, glorioso quello di Pelè, tragico quello di Garrincha.
La mostra è un’occasione attraverso foto e filmati d’epoca di tuffarsi in un altro mondo, epico e mitico, quel mondo di cui abbiamo solo sentito narrare le gesta e che adesso in piena era digitale possiamo quasi toccare con mano grazie alla pellicola.
Passando da una foto all’altra l’immaginario diventa realtà. Quella che sembrava una filastrocca raccontata dai nostri nonni “Didi, Pelè, Vavà” ci appare in carne e carbonato di magnesio che sorridono all‘obiettivo. E ancora lo stacco di Pelè che salta una spanna più in alto di Burgnich per andare a segnare il primo gol della finale di Città del Messico, un rarissimo Garrincha che si allena con la Lazio, le lacrime di Pelè a 17 anni quando ha vinto il suo primo mondiale in Svezia, la risata triste di Garrincha dopo la vittoria del mondiale in Cile.
Alla fine di questo viaggio a ritroso in un calcio così naïf, così spontaneo, così sentimentale che si fa fatica a pensare sia esistito veramente, si rischia se non la lacrimuccia, la deriva nostalgica. Ma è questione di secondi, poi l’attualità incombe e si ritorna al futuro, ovvero da Pelè si ritorna a Neymar. Il mondiale di Russia va avanti.
“Pelé & Garrincha” – Palazzo Pamphilj, Piazza Navona 10
Fino al 27 luglio – dal lunedì al venerdì, ore 10-17
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