Vecchi tempi
Autore: Harold Pinter Adattamento:
Regia: Gennaro Paraggio
Scene: Lorenzo Zollo Costumi: Stefania Piumarta per Estel Fashon-
Musica: ------------------------------
Luci: Gennaro Paraggio
Compagnia: Associazione artistico culturale Pegaso Produzione: Associazione Artistico Culturale “Pegaso”
Interpreti: Maura Bonelli, Mario Fazio, Giuliana Meli
Anno di produzione: 2009 Genere: dramma

In scena: dal 28 Aprile al 3 Maggio 2009| Teatro Agorà 80, via della Penitenza 33, Roma – tel. 06 6874167 | Spettacoli: Ore 21.15, Domenica ore 19.00

Scritta nel 1970 dal drammaturgo inglese Harold Pinter, premio Nobel per la letteratura nel 2005, Vecchi tempi è certo un bell’esempio della produzione dell’artista, morto nel dicembre del 2008.
Scene di vita di coppia, mai ordinarie, con quel linguaggio articolato e complesso, spesso di difficile comprensione che per lungo tempo ne ostacolò il successo, prima di venire sdoganato dalla critica come Maestro del teatro dell’assurdo. Proprio questo stile 'pinteresco', tuttavia, è la forza delle sue rappresentazioni e l’interprete deve saperne essere all’altezza. La messa in scena al teatro Agorà 80 beneficia, intanto, della piacevolezza della sala, piccola e accogliente che illude, in qualche modo, di essere accomodati nel salotto di casa, che domina la scena. La scenografia, fissa per entrambi gli atti, include infatti in primo piano il salotto, dove per lo più si sviluppa la narrazione e, defilata in un angolo, una camera da letto. Sullo sfondo un video proietta, in bianco e nero, immagini dei protagonisti come essi si percepiscono.
Kate e Deeley sono sposati e vivono in campagna. Attendono la visita di Anna, unica amica di Kate, sicuramente un po’ innamorata di lei, da quando aveva 20 anni e viveva a Londra. Con il suo arrivo comincia l’estenuante gioco dei personaggi alla ricerca dei ricordi del passato, di ciò che erano e di ciò che desideravano. Il tutto dovrebbe essere condito da una palese e dominante tensione erotica tra i tre. Dovrebbe, poiché gli attori danno l’impressione di non essere riusciti appieno a possedere l’essenza del loro personaggio né a farlo interagire con gli altri così come il testo richiederebbe.
Innegabile l’impegno: bisogna riconoscere che il copione è spesso fatto di lunghi e articolati monologhi. Nel complesso buona l’interpretazione dei tre, più di tutti quella di Giuliana Meli nel ruolo di Anna. Tuttavia, dare vita a figure di così complessa personalità richiede, forse, una solida maturità artistica.
[marina viola]